LA STORIA DEI SERVIZI DEVIATI NEL LIBRO” PINELLI L’INNOCENTE CHE CADDE GIÙ”

LA STORIA DEI SERVIZI DEVIATI NEL LIBRO” PINELLI L’INNOCENTE CHE CADDE GIÙ”

Continua ad essere utilizzata questa espressione salva-capra-e-cavoli, inventata da qualcuno a sinistra che cercava di circoscrivere i danni….I servizi non erano affatto deviati, erano a tutti gli effetti una centrale eversiva. Spesso riconducibile a pochi uomini.Durante le mie ricerche all’Archivio Centrale dello Stato per il libro che ho poi fatto su Pinelli ho recuperato un giorno l’organigramma della Divisione Affari Riservati (autunno ’68). Che sorpresa scoprire che in tutto erano solo 106 funzionari. Perlopiù, oltre una novantina, esecutori. Cioè agenti e sottufficiali di ps addetti all’ufficio copie, all’archivio, alle fotosegnalazioni ecc.La struttura, con un capo formale e un vice che era di fatto il vero capo – Federico Umberto D’Amato- si avvaleva di sette sezioni con altrettanti dirigenti.Silvano Russomanno, il numero due, dirigeva la quarta sezione, con una delega totale sul terrorismo.Risultato?Quella Divisione che ha esercitato una funzione nefasta sull’Italia era una piccola struttura diretta ferreamente da un ristretto gruppo di dirigenti, meno di dieci, che decidevano allora sui come dovessero essere condotte le indagini.Sono loro i “portatori sani” del teorema degli anarchici, quell’infame costruzione accusatoria con cui furono coperte le responsabilità fasciste e stragiste delle cellule ordinoviste cercando dei comodi capri espiatori, gli anarchici appunto, su cui scaricare il tutto.Questi degli Affari Riservati erano uomini di destra radicata giocavano come i pupari con la nomenklatura politica, democristiana in particolare, che in genere – salvo casi specifici di cacicchi più esperti – ne subiva interamente l’attività.Questi signori hanno fatto il bello e il cattivo tempo, senza subire alcuna conseguenza del loro operato.La Divisione Affari Riservati fu sciolta nel 1974 ma tutti gli uomini transitarono tranquillamente nelle strutture successive diventandone sommi dirigenti.Questi uomini non solo depistarono, il che paradossalmente è il meno, ma garantirono la prosecuzione dello stragismo fascista e del golpismo in Italia. Questa storia l’ho raccontata, carte alla mano, nel libro “Pinelli l’innocente che cadde giù” dove chiedo conto del fatto che nessuno di questi signori – erano almeno una quindicina i funzionari degli Affari Riservati piombati a Milano da Roma subito dopo Piazza Fontana – è stato mai sentito nelle inchieste che si sono occupare della morte di Giuseppe Pinelli, precipitato nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969 dal quarto piano della Questura di Milano dove era in corso il suo interrogatorio. Eppure come dicono nelle carte degli anni ’90 che si possono leggere all’Archivio Centrale dello Stato erano loro i “padroni” dell’inchiesta, loro a portare la lista degli anarchici a Milano, loro a insediarsi in Questura dove sarebbe pooi morto Pinelli. Fantasmi che le inchieste si sono ben guardate dal convocare…. Il 4 dicembre a Roma al Museo Macro alle 18 faremo un incontro, con me il sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato Eugenio Lo Sardo e con noi anche di una fitta schiera di musicisti per migliorare la situazione. L’intento è di spiegare che sorprese ci stiano riservando gli archivi da cui cominciano ad uscire documenti davvero rivelatori…Siete tutti invitati (Sala Cinema, ore 18, via Nizza 138 Roma)