STOP AD EQUITALIA, L’AGENZIA VOLUTA DAL GOVERNO BERLUSCONI TER.

Dopo critiche, minacce e picchetti fuori dalle sedi degli uffici, finalmente viene messa la museruola ad uno degli incubi peggiori degli italiani: Equitalia Polis. A seguito di una loro circolare interna che recepisce finalmente alcune direttive ministeriali meno restrittive e le molte class action intentate dalle associazioni dei consumatori, finalmente il Concessionario unico della riscossione dei tributi su base nazionale nonché spesso persecutore indiscriminato di piccoli contribuenti depone finalmente la sua arma peggiore, una specie di bomba atomica nei confronti dei portafogli dei più poveri. Tale arma, che tutti temiamo peggio delle testate atomiche nordcoreane, autentico terrorismo nei confronti dei più poveri, è il pignoramento diretto dei beni (anche l’ immobile di residenza se di proprietà) e il blocco dei conti correnti che finalmente non potranno essere più attuati indiscriminatamente, direttamente e autonomamente da parte dell’ istituto: finalmente dovrà essere attuata un’ istruttoria preventiva e il blocco dei beni ed eventuale pignoramento (sempre nei confronti dei soli lavoratori e pensionati) potrà essere attuato solo in presenza di due requisiti: Viene finalmente riconosciuto il principio costituzionale della tutela del minimo vitale (in maniera più ampia rispetto a quanto enunciato dalla legge 180 precedentemente richiamata) e il divieto di rivalsa su beni necessari alla sussistenza personale, ovvero l’ alloggio e i depositi bancari personali. Una volta i pignoramenti avvenivano come in tutti i casi tramite ufficiale giudiziario che notificava il blocco e l’ indisponibilità del bene prescelto (per importo e valore) quale oggetto di rivalsa per il credito vantato dall’ Agenzia delle Entrate. Talvolta, l’ agenzia delle Entrate utilizzava anche il fermo amministrativo degli eventuali automezzi aziendali o dell’ auto del malcapitato creditore che, per poterne riacquisire la disponibilità doveva preventivamente pagare la cartella esattoriale contestata maggiorata di interessi, spese legali e di notifica con un incremento dell’ importo degno dei peggiori usurai. Poi con le autovetture prese in leasing dalle aziende o comprate a rate con patto di riservato dominio dai privati tale istituto legale era divenuto non attuabile, visto che si privava il debitore dell’ utilizzo di un bene di proprietà altrui, fino al completo pagamento dello stesso. Motivo per cui, come previsto dalla legge n. 248 del 2 dicembre 2005 che istitutiva di Equitalia Polis e successive integrazioni diventa ora possibile il blocco dei conti correnti del debitore o il pignoramento dei beni di proprietà, anche l’ immobile di abitazione ove ritenuto congruo per l’ importo da dover recuperare. E in questo caso occorre fare alcune precisazioni: intanto in Italia, soprattutto in questi momenti di recessione, si sono creati due distinte teorie di debitori nei confronti del fisco, una, quella canonica, l’ “evasore fiscale” propriamente detto, spesso debitore di cifre altissime nei confronti del fisco, tipicamente coadiuvato da un buon commercialista molto ben istruito sulle metodologie di elusione fiscale e da un buon avvocato tributarista che, tramite ricorsi e controricorsi nelle varie commissioni tributarie farà “impantanare” richieste di pagamento e cartelle esattoriali ricevute in procedimenti dai tempi lunghissimi che, non trattandosi di reati penali spesso andranno in prescrizione senza alcun pagamento all’ Erario. Salvo ritrovarsi approvato un condono (anche mini, mascherato da concordato fiscale) dove, con oneri bassi e con esborsi nettamente più ridotti di quanto frodato ci si laveranno la coscienza e rifacendosi una verginità, almeno nei confronti del fisco. E poi il nostro piccolo contribuente in difficoltà, non quello che esporta capitali all’ estero facendoli rientrare esentasse tramite lo “scudo fiscale”: un contribuente che spesso non paga le tasse per obbiettiva difficoltà, il piccolo artigiano costretto da versare importi IVA su fatture che non incasserà mai o a versare imposte sui redditi su quote di fatturato (nei tempi recenti fino al 60%) inesigibili per fallimento o insolvenza da parte dei clienti, ove non si tratti di un privato cittadino vittima delle troppe “cartelle pazze”. In difficoltà finanziaria, si trova notificato dall’ Agenzia delle Entrate un provvedimento di blocco del conto corrente bancario, provvedimento che di fatto lo lascia a doversi mantenere solo con i pochi soldi nel portafoglio o i contanti tenuti in casa, perché i ricorsi contro tali provvedimenti debbono essere redatti e pagati a onerosi avvocati e/o commercialisti, motivo per cui, senza via d’ uscita, è diventato altissimo il tasso di suicidi da parte di contribuenti in difficoltà. E occorre anche valutare un po’ la storia e i poteri operativi di Equitalia Polis, una struttura ultrapotente e ricca di mezzi tanto da venire chiamata da noi addetti ai lavori “Equitalia Police” ovvero le squadre speciali dello sceriffo di Nottingham che, come ai tempi di Robin Hood, affamava senza pietà anche i più poveri. Costituito con legge n. 248 del 2 dicembre 2005 approvata dal Governo Berlusconi ter, è di proprietà del 51% dell’ Agenzia delle Entrate e del 49% dell’ INPS e nasce accorpando su base nazionale le funzionalità dei vari Agenti di Riscossione locali, spesso gestiti in appalto da banche e istituti di credito. E’ un ente finalmente a totale capitale pubblico, e per questo può assumere poteri tipici del pubblico ufficiale, quali ad esempio poter accedere ai dati presenti all’ anagrafe tributaria dell’ Agenzia delle Entrate, ai dati presenti negli archivi previdenziali, all’ anagrafe e agli archivi bancari, con un inesorabilità e una onnipotenza da cui difficilmente ci si può salvare. Onnipotenti ma poco intelligenti, spesso: mancati adeguamenti degli archivi del fisco o bug informatici delle procedure utilizzate generano di frequente onde di richieste di pagamento fasulle, quelle che noi tutti chiamiamo “cartelle pazze”: fasulle nei contenuti, non nell’ esecutività perché anche se spesso sono visibilmente incongrue nei contenuti fanno comunque scattare le procedure di richiesta di pagamento ed eventualmente di pignoramento. Onnipotenti e da cui difficilmente ci si può salvare: chi si è ritrovato cartelle pazze o ingiunzioni di pagamento è stato palleggiato tra gli uffici dell’ Agenzia delle Entrate che inviavano il malcapitato a trattare negli uffici di Equitalia Polis che lo inviavano di nuovo agli uffici dell’ Agenzia delle Entrate a detta loro per mancanza di loro competenza; e così via, come in un lungo gioco della “palla avvelenata” che spesso aveva l’ unico risultato di far scadere i termini di ricorso e incrementare il debito nei confronti dell’ erario. Onnipotenti e onerosi: una cartella esattoriale emessa da Equitalia Polis, tra interessi per tardivo versamento, penali, sanzioni e spese di notifica e procedura moltiplica i debiti richiesti dall’ erario in maniera iperbolica, con tassi e percentuali degne dei peggiori usurai. Onnipotenti (e basta): con poteri che neanche alle forze di polizia competono, poteri come quello della possibilità di bloccare i conti correnti dei malcapitati debitori con procedure nettamente più semplici e veloci di quelli adottati dalle forze di Pubblica Sicurezza nei confronti dei boss mafiosi, che per farlo debbono avere una complessa autorizzazione del Tribunale lunga da farsi concedere. E pignorare l’ immobile di abitazione: espropriare un bene vitale e gettare la gente per strada, abbandonati alla totale indigenza. Forse i troppi morti suicidi per i pignoramenti e i disagi procurati dalle procedure di recupero credito di Equitalia Polis hanno finalmente turbato il sonno di qualcuno: gli scagnozzi degli usurai al massimo picchiano i debitori, non li mandano a dormire sulle panchine dei giardinetti pubblici. Molto più probabilmente qualche loro avvocato penalista deve avergli fatto notare che, con la brutalità e la sommarietà delle procedure attuate ed i risultati ottenuti, prima o poi era da mettere in conto una causa per istigazione al suicidio nei confronti del contribuente vessato, reato gravemente punito in quanto penale ed estremamente oneroso negli indennizzi dovuti. Tutto questo non ci consegnerà un fisco migliore, troppo schiavo delle leggi cavillose che lo regolano, dei troppi errori degli uffici e delle procedure farraginose e pesantemente burocratizzate, ma sicuramente va a riconoscere un principio ed un diritto: quello a non essere privati del minimo necessario al nostro sostentamento. Diritto previsto dalla Costituzione e che quindi non deve sfuggire ne essere eluso nemmeno dall’ esattore dei balzelli e addetto al recupero crediti dello Stato che da tale Costituzione dovrebbe essere regolato.