JOAO GILBERTO NON LA SMETTEVA DI SUONARE MALAGA DI BONGUSTO

JOAO GILBERTO NON LA SMETTEVA DI SUONARE MALAGA DI BONGUSTO

Sono passati trent’anni, quel giorno per colpa di Malaga ho perduto un concerto di Caetano Veloso e Joao Bosco. Ma non mi è dispiaciuto. Ero andato a Juan les pins dove il festival del jazz ospitava una serata brasiliana coi fiocchi: Caetano, Bosco e il maestro di tutti Joao Gilberto. Sono andato a salutarli, prima del concerto e Joao mi ha rapito in camerino. Nel senso che ha cominciato a suonare e cantare Malaga senza sosta chiedendomi se le parole erano giuste, se le diceva in modo corretto, se le vocali erano aperte o chiuse. Insomma stava sistemando definitivamente la sua versione della canzone di Fred Bongusto. L’aveva scoperta durante il suo ingaggio alla Bussola nei primissimi anni 60. Joao per la verità suonava al Bussolotto, il clubino del locale di Sergio Bernardini. Sotto, nello spazio principale, c’erano le star italiane del tempo, fra queste Bruno Martino e Fred Bongusto, fu in quei giorni che Joao si è innamorato di Estate e Malaga e ha continuato a suonarle in privato per decenni, finché non si è sentito pronto per farlo in pubblico. Quella sera a Juan Les Pins la rifinitura è andata avanti un’ora e mezza almeno: in sottofondo sentivo le voci di Caetano e Joao Bosco e mi mordevo le mani, Joao non la smetteva mai di cantare «il mio amore è nato a Malaga, Malaga». Ma è stato bellissimo. Malaga l’ha incisa l’anno dopo nel disco Joao. Quando ho raccontato a Fred l’episodio di Juan les Pins pins era commosso, sapeva che con Joao Gilberto la sua canzone avrebbe fatto il giro del mondo.