ARRIVANO I NOSTRI? NO, IL 5G

ARRIVANO I NOSTRI? NO, IL 5G

Peccato, avremmo proprio bisogno di un 5° cavalleggeri degno della filmografia americana di un tempo che ci venga in soccorso, non certo per annientare gli apache, ma per tirarci fuori da questa sconfinata palude fitta di problemi ambientali, politici e sociali. Pier Paolo Pasolini aveva colto nel segno quando negli anni ’70 aveva dichiarato che il vero fascismo non era stato quello “da operetta” del ventennio mussoliniano, con persone mascherate in camicia nera sotto la quale erano rimaste quelle di prima, bensì il montante modello di società consumistica che tutto omologa e tutto impone inventando bisogni indotti nella gente, ora trasformata per davvero, senza che questa se ne accorga per tempo. C’è una palese dicotomia fra il progresso tecnologico e i bisogni reali nella vita della gente comune. Ogni volta che avviene un salto qualitativo nella tecnologia, la società dei consumi se ne appropria e traduce il tutto in prodotti o servizi che invadono tutto il mondo civile senza operare delle priorità d’indirizzo per esempio verso settori importanti quali la medicina, la qualità dell’ambiente e il modo del lavoro. E così stiamo per abbracciare il 5G. Ma cos’è? Si tratta della quinta generazione di telefonia mobile cellulare, a seguire dopo le prime quattro, che prevede frequenze di trasmissione più elevate e bande molto più larghe. Le città e i centri abitati saranno dotati di una rete capillare di “small cells” ovvero unità di trasmissione dotate di piccole antenne di potenza inferiore a quelle delle generazioni precedenti in grado di coprire capillarmente tutto il territorio dedicato. Quali i vantaggi del 5G? Alta velocità di trasmissione dati, bassi tempi di risposta fra input e output dei segnali, possibilità di gestire contemporaneamente più connessioni e la possibilità di dialogare con le “cose” (internet of things) ovvero gli elettrodomestici di casa, la nostra auto, la caldaia di riscaldamento ecc… Farà male alla salute il 5G? Qui si aprono le dolenti note. La telefonia mobile cellulare ricade nel fenomeno fisico denominato elettromagnetismo. Le radiazioni emesse in questo campo, definite non ionizzanti sulla base della gamma di frequenze utilizzate, producono l’inquinamento elettromagnetico detto anche elettrosmog. Lo Iarc, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro facente parte dell’OMS (Organizzazione mondiale per la Sanità), classifica le radiofrequenze della telefonia mobile come agenti cancerogeni di gruppo 2B, ovvero “possibilmente cancerogeni”. Tuttavia sta crescendo nella comunità scientifica internazionale la convinzione che questa classificazione, sulla base delle ultime ricerche scientifiche pubblicate, debba essere aggiornata a livello 2A cioè “probabili cancerogeni” se non addirittura a livello 1 “cancerogeni certi”. In Italia si è formato il gruppo “Alleanza Italiana Stop 5G” con l’obbiettivo di fare piena luce sull’argomento contrastando, di fatto, l’avvento del 5G. Questo gruppo è patrocinato da ISDE Italia (Associazione Medici per l’Ambiente), dall’ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia) e da alcuni scienziati del prestigioso Istituto Ramazzini di Bologna. Recentemente, il 5 novembre 2019, presso la Camera dei Deputati, si è svolto il Convegno internazionale “Moratoria nazionale, 5G tra rischi per la salute e principio di precauzione”. Ora riusciranno questi impavidi Don Chisciotte a contrastare i mulini a vento delle lobby telefoniche, ad aste per l’assegnazione delle frequenze già avvenute? Dal canto suo l’Istituto Superiore di Sanità non vede nel 5G particolari rischi per la salute. Chi avrà ragione? Già, la coniugazione al futuro del verbo essere ricorda l’amianto per il quale ci sono voluti molti anni prima che fosse classificato come cancerogeno..