L’ITALIA E LA GRANDE COALIZIONE TEDESCA
Da cinque mesi, la Germania è praticamente senza governo. Angela#Merkelè cancelliera per l’ordinaria amministrazione e cerca di formarne uno con la SPD, ultima possibilità prima di nuove elezioni. La trattativa è difficile, per la riluttanza delle basi dei due partiti che dovrebbero allearsi ad accettare compromessi al ribasso su temi e valori importanti come il mercato del lavoro, le quote d’immigrati, il ruolo del Paese in Europa, la solidarietà. La CDU/CSU teme l’emorragia di consensi a favore dei movimenti xenofobi, nazionalisti e populisti. La SPD, già indebolita dall’esperienza di coalizione precedente, teme la crescita dell’estrema sinistra e la rivolta dei giovani iscritti.Il caso tedesco è emblematico della geografia politica europea che vede ovunque la crisi dei partiti moderati e progressisti a vantaggio dei populisti e delle estreme. E’ sicuramente più facile prendere voti sparandole grosse, promettendo tutto, solleticando gli istinti peggiori, accarezzando le giuste rimostranze dei delusi, degli scontenti, di tanta gente che non ne puó più di corruzione, arroganza, giochi di palazzo, autoreferenziati e solite facce, salvo non accorgersi che coloro che promettono la luna sono e saranno se possibile peggiori.Ma il caso tedesco ci insegna anche che un bagno di umilità e pragmatismo non è poi una catastrofe nè un delitto politico quando la distribuzione elettorale delle forze in campo e il sistema di voto non producono una chiara e solida vittoria di una maggioranza ma l’equilibrio degli opposti.Altrimenti non resta che invidiare la Francia e il suo sistema politico che ha assicurato a#Macroncinque anni di stabilità, una maggioranza parlamentare stratosferica, il potere assoluto di indirizzo e direttiva con una squadra di funzionari seduti all’Eliseo. Il tutto con meno del 20per cento dei voti effettivi e di fatto senza opposizione, nè politica (essendo gli altri partitti usciti con le ossa rotte dalle elezioni) nè sociale (dato lo scarso peso e il consenso in discesa dei sindacati). E’ la legge della democrazia o della democrazia alla francese?In attesa di risposte, aspettiamo l’abbraccio « tedesco »#Renzi/Berlusconi per non precipitare nel baratro pentastellato, cioè il cielo alla rovescia. Il che è tutto dire.
