BUONANOTTE AMICO MIO, NON TI ARRENDERE
Stasera ho l’umore sotto le scarpe, un umore nero che più nero non si può, e non so nemmeno perché, o forse si. Un umore più nero di un tizzone d’inferno, l’anima come un cucciolo ferito, dicevo un giorno in una poesia, un cucciolo ferito bocconi ai miei piedi con la bocca piena di terra. Eppure è stata una giornata splendida, bellissima, limpida e tersa come solo certe giornate d’inverno possono essere. Un tramonto incredibile con mille sfumature del rosso e dell’arancio, sembrava che il sole se ne andasse in pace convinto di aver fatto bene il suo compito ed illuminava ancora in un cielo senza la minima traccia di nuvole. Eppure il mio umore è freddo, più freddo di quello che c’è fuori della mia casa tiepida di calore e di amore, fuori ci sono ora quattro, cinque gradi sotto zero, ma la mia anima è ancora più fredda. Stamani mattina ho ricevuto una mail da un mio amico, che sta in una città qualsiasi d’Italia, una grande città, non in provincia come me. E’ un amico da sempre, anche se ha una quindicina di anni meno di me. Con lui ho vissuto gran parte della mia vita, delle mie speranze, dei miei sogni. Gli ultimi anni ci siamo sentiti poco e ci siamo visti ancora meno, ma non era importante: io sapevo che lui c’era, lui sapeva che io c’ero. Una mente aperta, il mio amico, una intelligenza vivace, fuori dal comune, ma soprattutto una grande anima, un cuore enorme. Avevo sentito qualche voce sul suo conto, che aveva qualche problema, ma non ci credevo: non me ne aveva mai parlato. Alle mie ripetute richieste aveva sempre risposto che non c’era nessun problema, “tutto a posto” mi diceva. Lavorava in una piccola azienda privata, ma aveva un grande compito, un ruolo di responsabilità, e non aveva neppure bisogno della sua laurea di ingegneria, per dirigerla con una perizia invidiabile. Ne aveva fatta di una piccola azienda leader nel mondo, un prodotto di nicchia, esclusivo, qualitativamente altissimo. Non sapevo, però che i proprietari erano cointeressati in altre aziende molto più grandi, che questa piccola azienda non era altro che un fiore all’occhiello, un piccolo fiore però, che si poteva sacrificare a danno di interessi più grandi. Non sapevo che l’azienda aveva dovuto chiudere, che il mio amico si era trovato da un giorno all’altro sulla strada. Guadagnava bene il mio amico, guadagnava bene, ma si meritava fino all’ultima lira nella sua busta paga. E si era trovato con un piccolo TFR, una liquidazione abbastanza esigua e senza lavoro. Non sapevo che non era riuscito a trovarne un altro, nonostante le sue capacità, nonostante le sue competenze. Non sapevo che si era separato. La moglie non aveva mai lavorato prima, non ce ne era mai stato bisogno, ma avevano tre figli ed un mutuo da pagare. Era riuscita a trovare un lavoro al nero da colf. Era subentrata ad una ragazza ucraina che se ne era tornata a casa. Ma i loro figli erano grandi, dovevano studiare, e il tfr si stava estinguendo velocemente. Il lavoro da colf non era nemmeno sufficiente per mangiare e per le bollette. Il mutuo della casa era paurosamente in arretrato. Non sapevo di tutte queste cose fino a che non mi è arrivato stamani il messaggio alla posta elettronica. “Ciao Mario, non ti chiedo neppure come stai, sento il bisogno di parlare di me e tu non mi devi rispondere, Tu non devi fare parola a nessuno di ciò che sto per dirti, non volevo dire nulla neppure a te, ma non ne posso fare a meno. Io e …… ci siamo separati già da un paio d’anni e se ti devo dire la verità, non ne conosco neppure il motivo, parlo del motivo vero. La mia azienda ha chiuso quattro anni fa, e da allora non sono riuscito a trovare niente, non uno straccio di lavoro. Ho fatto qualche ripetizione agli studenti, ho raccolto le olive e i pomodori, ma i ragazzi tu sai andavano tutti e tre a scuola, uno all’università e gli altri alle superiori e la liquidazione se ne andava tutti i giorni. Mia moglie, anzi, mia ex-moglie, si è fatta in quattro, ha accettato lavori che non avrebbe mai pensato di fare, lei che non aveva mai lavorato prima. Nessuno sa nulla di questo, non i miei genitori, né i miei fratelli e non ho nessuna intenzione di farglielo sapere. Dopo la separazione ho condiviso una stanza con uno studente di architettura, ma poi ho dovuto lasciarla. Mi sono trasferito nel camper di un mio fratello. Lui non lo sa ancora, io avevo la chiave. Lui non lo adopera più e mi sono trasferito lì. E’ un pezzo che non mando più l’assegno di mantenimento a mia moglie e ai miei figli, ma credimi, non posso proprio. Spero ancora, ho mandato migliaia di curricula e qualcosa si deve pur smuovere. Non ho quasi più nulla del TFR, ma spero, spero ancora. Ti lascio ora, ricorda che ti ho scritto solo per togliermi un peso, ma tu tieni tutto per te, mi feriresti profondamente se ne parlassi. Ho un chilo di pane, una bottiglia di olio e sale, ancora mangio, ho anche due euro in tasca, mi era venuta voglia di un po’ di prosciutto, ma credo che comprerò un “gratta e vinci”. Ciao Mario stammi bene. Mi sono sentito sprofondare, credo di aver urlato a squarcia gola. Non so quello che farò, ma certamente domani telefonerò ai genitori e ai fratelli. Ma dove siamo arrivati? Quale malevolo sortilegio ci ha sprofondati fino a qui? Quale padre abbiamo? Quale Stato è quello che non protegge i proprio figli, ed il mio amico è uno dei figli migliori. Una volta un padre ad una domanda che si fa quasi sempre e quasi per scherzo ad un genitore: A quale dei tuoi figli vuoi più bene, rispose così e me lo ricordo bene: “non voglio bene a tutti e tre ugualmente, ma voglio più bene a chi è malato fino a che non è guarito, è chi è lontano fino a che non è tornato, a chi ha problemi fino a che non li ha risolti”. E noi che figli siamo? Che Stato è il nostro? Che Stato è se accetta che i suoi figli siano a questo punto? Forse il mio umore si sta schiarendo, perché so con certezza che sarò sempre dalla parte del mio amico, sempre, e per lui farò tutto quanto è nelle mie possibilità. Buonanotte amico mio, anche se non mi senti. Buonanotte anche se non ti ho ancora risposto, domani lo farò anche se non so nemmeno cosa dirti. Buonanotte amico mio, non ti arrendere.
