PAPA FRANCESCO SQUARCIA IL VELO DELLE VERGOGNE

PAPA FRANCESCO SQUARCIA IL VELO DELLE VERGOGNE

Papa Francesco con una decisione non certo disattesa squarcia il velo più pesante che impediva di svelare le verità. Si tratta del risultato al summit sulla protezione dei minori che fu convocato nel febbraio 2019 dal pontefice in Vaticano.Lo ha fatto significativamente al tempo dell’Avvento, lo ha diffuso nel giorno successivo al compleanno e quasi nella ricorrenza dei cinquanta anni della sua ordinazione sacerdotale.Un passaggio storico che Francesco ha realizzato con due documenti frutto di un lungo lavoro, due documenti che toccano quel germe che ha distrutto molto del senso stesso del valore della Chiesa.Due documenti destinati a lasciare il segno e fra questi quello fondamentale è quello legato all’abolizione del segreto pontificio nei casi di violenza sessuale e di abuso sui minori commessi dai religiosi. A firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, viene annunciato che il Pontefice il 4 dicembre scorso, ha disposto di abolire il segreto pontificio sulle denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti citati nel primo articolo del recente motu proprio “Vos estis lux mundi”, vale a dire: i casi di violenza e di atti sessuali compiuti sotto minaccia o abuso di autorità, i casi di abuso sui minori e su persone vulnerabili, i casi di pedopornografia ed infine i casi di mancata denuncia e copertura degli abusatori da parte dei vescovi e dei superiori generali degli istituti religiosi.Il documenti specifica che le «informazioni sono trattate in modo da garantirne la sicurezza, l’integrità e la riservatezza» stabiliti dal Codice di Diritto canonico per tutelare «la buona fama, l’immagine e la sfera privata» delle persone coinvolte ma si rammenta che questo segreto d’ufficio, «non osta all’adempimento degli obblighi stabiliti in ogni luogo dalle leggi statali», compresi gli eventuali obblighi di segnalazione, «nonché all’esecuzione delle richieste esecutive delle autorità giudiziarie civili». Inoltre, a chi effettua la segnalazione, a chi è vittima e ai testimoni «non può essere imposto alcun vincolo di silenzio» sui fatti.Una rivoluzione rispetto al passato quando l’abuso troppo spesso, anche nell’evidenza, veniva punito con un semplice allontanamento e da una sequela impressionate di silenzi complici.Nel secondo atto sempre redatto dal Segretario di Stato, Parolin e del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale Luis Ladaria Ferrer, sono state rese note anche le modifiche di tre articoli del motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela”. Una vera sferzata che accresce la colpa, si verrà quindi a stabilire che ricada tra i delitti più gravi riservati al giudizio della Congregazione per la dottrina della fede «l’acquisizione o la detenzione o la divulgazione, a fine di libidine, di immagini pornografiche di minori di diciotto anni da parte di un religioso, in qualunque modo e con qualunque strumento». Quel limite fino ad ieri era fissato a 14 anni adesso Papa Francesco ha deciso mettere fine anche a questa vergogna.