ACCA LARENTIA, STRAGE DIMENTICATA E SENZA CONDANNE. VIDEO INTERVISTA A VALERIO CUTONILLI

Tra le molte vigliaccate degli anni di piombo che sono state rimosse dalla memoria collettiva c’è la strage di Acca Larentia a Roma, di cui il 7 gennaio ricorre l’anniversario, il 42esimo in questo 2020. Un agguato immotivato d’inaudita ferocia, in cui vennero massacrati Franco Bigonzetti, 20 anni, e Francesco Ciavatta, 18 anni, colpevoli agli occhi degli assassini di essere “fascisti” durante gli anni settanta. Nella manifestazione che il giorno dopo seguì all’episodio perse la vita, per un colpo sparato da un carabiniere poi assolto, un terzo ragazzo, Stefano Recchioni, 19 anni. Il numero delle vittime fu limitato soltanto perché uno dei due missini che era uscito con Bigonzetti e Ciavatta, pur essendo rimasto ferito, riuscì a chiudere la porta blindata della sezione del Movimento Sociale Italiano al Tuscolano. La Skorpion utilizzata per la strage apparteneva all’arsenale delle Brigate Rosse e fu utilizzata anche per uccidere nell’85 il sindacalista Ezio Tarantelli, nell’86 l’ex sindaco di Firenze Lando Conti e nell’88 il senatore Dc Roberto Ruffilli. La Skorpion era stata venduta dal noto cantante Jimmy Fontana, secondo le sue dichiarazioni, a un commissario di Polizia, che però negò l’acquisto. Come sia finita nelle mani delle Brigate Rosse, rinvenuta in un covo a Milano delle Br-Pcc, è un mistero rimasto irrisolto. Nonostante le molte confessioni dei militanti rossi armati sui delitti degli anni 70 nessuno si è mai addossato la responsabilità di questo massacro né ha fornito indicazioni per individuare gli assassini. Ho intervistato l’avvocatoValerio Cutonilli, ricercatore indipendente, che ha prodotto molti lavori sulla strage di Bologna, autore dell’inchiesta “Chi sparò ad Acca Larentia?”. Le sue parole alternate alla mia ricostruzione dell’agguato di Acca Larentia, spiegano lo strano percorso della Skorpion e aprono molti interrogativi sul perché questa vicenda non abbia mai trovato una sua conclusione giudiziaria.