BUONGIORNO UN CORNO!, VENERDI’ 10, SIAMO TUTTI COLPEVOLI …
Sulla Prescrizione il vertice di maggioranza non è riuscito a trovare un’intesa. Il ministro della giustizia Bonafede, uno che considera inutili i processi per stabilire la colpevolezza degli imputati, un po’ come tua zia Emilia di 90 anni che ti dice “Se l’hanno arrestato un motivo ci sarà”, uno grazie al quale Enzo Tortora sarebbe in galera anche dopo morto, sembra accogliere le osservazioni intelligenti del premier Giuseppe Conte. Conte ha detto infatti “Bisogna fare qualche distinzione tra chi è stato dichiarato colpevole e chi è stato assolto”. E perché fare questa distinzione? Che ce ne frega a noi di chi è colpevole e di chi è innocente, perché, Bonafede ci insegna, in fondo un innocente è soltanto uno che ancora non ha commesso un reato ma potrebbe commetterlo in futuro, quindi perché regalargli una corsia preferenziale rispetto a chi è colpevole? Stiamo diventando dei mollaccioni, di questo passo finiremo anche per garantire un avvocato agli imputati e se l’imputato è difeso da un avvocato si allungano inutilmente i tempi dei processi e si rischia persino che con la sua diabolica abilità dialettica l’avvocato convinca le giurie e i giudici ad assolvere l’imputato, un principio incivile, come ci insegnano le legislazioni di paesi avanzati in democrazia come Iran e Arabia Saudita. Ma per fortuna che c’è il Pd che ha invece proposto … vabbè quando proporranno qualcosa ve lo diremo. In principio era il verbo. Poi venne Di Maio e articoli e aggettivi su di lui resero inutili i verbi. Il ministro degli esteri per mancanza di prove ha finalmente preso in mano la questione libica chiedendo lo stop agli attacchi. Quelli di Haftar e Al Serraj? No, quelli al premier Giuseppe Conte! Io vorrei vedere voi, se riuscireste a tenere una rubrica di satira con uno come Di Maio in giro, che ti toglie tutto il lavoro inventando lui le battute migliori e ti lascia solo le briciole. Allora, ha detto testualmente in un’intervista che gli attacchi vanno fermati e mentre il giornalista chiedeva la posizione dell’Italia ha specificato che sotto attacco non era Tripoli ma Conte. Lode al genio. Intanto l’Italia, spiega, sta cercando un nome di prestigio, un inviato speciale della Unione Europea a mediare nel conflitto. Spunta l’ipotesi Minniti, quello a causa del quale l’Italia si è ritrovata a sostenere Al Serraj, l’esponente della cosca perdente libica che ha permesso di limitare gli sbarchi di migranti in Italia rinchiudendoli in lager dove vengono torturati stuprati e uccisi. Qualcuno mi ha fatto notare che scrivo tutti i giorni questa cosa. Bè, prendetevela con chi tutti i giorni tortura, stupra e uccide i migranti nei lager libici anche grazie agli accordi firmati da Minniti che non spingono certo a considerare Al Serraj migliore di Haftar. Se proprio dobbiamo esprimere una preferenza per un inviato speciale italiano di prestigio allora mandiamo Toni Capuozzo o Pino Scaccia o Daniele Mastrogiacomo. Scrivono meglio di Minniti. Non vediamo l’ora di conoscere la nuova legge elettorale con cui andremo a votare alle prossime elezioni, di cui si sente l’odore da giorni. La soluzione che sembra più probabile in questo momento è il cosiddetto Germanicum, che, a differenza dei ricordi autoritari che il nome può evocare nei più anziani non consiste direttamente nell’eliminazione delle elezioni ma nel sistema utilizzato attualmente dai tedeschi. Un sistema proporzionale con soglia nazionale del 5%, 400 seggi, di cui 6 per gli eletti all’Estero e un eletto nel collegio uninominale della Val d’Aosta, mentre i restanti 391 saranno assegnati nelle altre Regioni con metodo proporzionale. Ma attenzione: i partiti che non superano il 5% ma ottengono un quoziente pieno in almeno tre circoscrizioni presenti in almeno due regioni diverse, ottengono i deputati corrispondenti a quei quozienti. A occhio sembra un regalo a partiti traballanti come quello di Renzi, molto forte in Toscana e Umbria ma sotto la soglia, volendo credere ai sondaggi, in tutte le altre regioni. Decisamente contrario a questa legge è Leu, attualmente al governo con Pd e M5S, che è attestato, sempre secondo i sondaggi intorno al 3% come media nazionale. Proporranno probabilmente un emendamento che costringe il 5% degli elettori scelti a caso tramite l’elenco telefonico a votare per loro. Prosegue il processo di beatificazione di Bettino Craxi dopo quello per Padre Pio. Stamane La Stampa pubblica l’anticipazione di un libro firmato da Marcello Sorgi, ex direttore del Tg1 e del medesimo quotidiano di Torino, in cui il destino di Craxi viene paragonato a quello di Aldo Moro. C’è un limite a tutto, cioè ci dovrebbe essere.ma, per ignoranza o per scelta politica, ogni limite è saltato. Viene paragonata la trattativa per salvare la vita al Presidente della Dc prigioniero delle Brigate Rosse alla trattativa per consentire al latitante Craxi di poter tornare a morire in Italia senza subire l’arresto. A differenza di molti fanatici delle manette che oggi rimpiangono Craxi, chi scrive ha sempre trovato i metodi dei giudici di Tangentopoli a dir poco discutibili e a dir molto privi di umanità, quindi la clemenza verso una persona malata è sempre un atto che distingue la civiltà dall’inciviltà. Ma come può soltanto venire in mente di paragonare la tragedia di un uomo rapito dopo che cento proiettili hanno assassinato i cinque agenti della sua scorta, dopo che è stato tenuto per due mesi prigioniero, oltre che dei brigatisti del suo partito, la Democrazia Cristiana, deprivato sensorialmente, e ucciso come un cane e lasciato nel portabagagli di una macchina, ma come può soltanto venire in mente un paragone con Craxi, fuggito per non affrontare la pena comminata, giusta o sbagliata che fosse? Vi suggerisco un passatempo per questo fine settimana. Prendete le firme che compaiono sotto tutti gli articoli che oggi ci raccontano la santificazione di Bettno Craxi, andate su google oppure abbonatevi agli archivi di un quotidiano online, e verificate chi firmava gli articoli, giornalisti e politici, in cui quando Craxi era caduto in disgrazia lo accusavano anche di essere il mostro di Nerola. Resterete molto sorpresi.
