SUL JET PRECIPITATO, FOTO SOSPETTE: PRESUNTI FORI E RESTI DI UN MISSILE
Il jet in decolla da Teheran che precipita mentre l’Iran sta effettuando la sua rappresaglia. Una tragedia in uno spazio zeppo di armi d’ogni tipo. Prima ancora che si possa dire una parola sulle cause esplodono le ipotesi. Non senza ragione.C’è chi ha pensato ad un evento catastrofico provocato da un fatto doloso. Un missile fuori controllo. L’anti-aerea che per ragioni ignote o errore scambia il Boeing per un intruso da abbattere. L’azione di un sistema anti-drone che influisce sugli strumenti di bordo.E il sospetto è cresciuto per le dichiarazioni dei protagonisti. Gli ucraini hanno parlato di un’avaria al motore, affermazione poi ritirata. Forse c’è stata un po’ troppa fretta. L’inchiesta è all’inizio, difficile indicare con certezza la dinamica, sarebbe meglio essere prudenti.Ad aumentare l’alone di mistero la posizione dell’Iran: non consegneremo le scatole nere alla Boeing, una compagnia americana e dunque nemica. Presa di posizione che ha dato munizioni ad altre teorie. Con molti impegnati ad esaminare via social le foto dei rottami. Non pochi hanno segnalato strani fori sulla carlinga ipotizzando fossero tracce di un’esplosione o di qualche arma. Rispondono gli esperti: quei buchi in realtà sono detriti. L’account twitter Lost Weapons – senza trarre conclusioni – ha postato l’immagine di quella che sembra la parte di un missile.D’altra parte è già avvenuto che aerei passeggeri siano stati coinvolti nei conflitti. L’Airbus iraniano distrutto per sbaglio dalla nave Usa Vincennes nel luglio 1988. Il 777 malaysiano centrato da un missile in Ucraina nel 2014, strage per la quale sono sospettati i miliziani filo-russi tra polemiche e contro-versioni. Solo due tra molti episodi dove hanno pagato degli innocenti. Quanto alle polemiche su chi debba leggere le scatole nere è giusto ricordare che in occasione di alcuni disastri del trasporto civile sono nati contrasti duri. Ad esempio tra il Cairo e Parigi per il volo 804, finito in mare a sud di Creta: gli egiziani hanno sostenuto la tesi della bomba, i francesi quella di guai tecnici.In questi casi serve un’indagine trasparente e indipendente, altrimenti non conta la verità ma la “percezione” di un fatto.
