E ADESSO SCUSATEVI PER BIBBIANO

La sentenza della Corte di Cassazione ha annullato l’obbligo di dimora al sindaco Andrea Carletti per “Accuse infondate”. I supremi giudici hanno rivelato “l’inesistenza di concreti comportamenti”, ammessa anche dai giudici di merito, “di inquinamento probatorio” e la mancanza di “elementi concreti” di reiterazione dei reati. Lo potete leggere su tutti i giornali, oggi. 1) Sì, lavoro anche come giornalista;2) No, un giornalista non è un’agenzia di stampa, non equivale a un necrologio né ad un bollettino medico, in sintesi non è obbligato a parlare di tutto;3) Un giornalista può raccontare una storia (e quindi anche la cronaca) oppure commentarla soggettivamente (e quindi scrivere un editoriale), ma può anche scegliere di stare zitto se lo ritiene giusto, lasciando che la giustizia faccia il suo corso fino ad arrivare ad una sentenza (che, a sua volta, può scegliere di raccontare/commentare così come anche no). Per quasi un anno sono stato vittima (sì, vittima è la parola giusta, credetemi) di pressioni, accuse e minacce fino allo stalking: “Parlaci di Bibbiano!”, “Perché stai zitto??”, “Vergogna!”. Sono arrivati, quasi, a definirmi complice dei pedofili. Una delle poche volte che ne ho parlato è stato con questo post che vi linko sotto, dove troverete relativi attacchi (solo una minima parte di quelli ricevuti in questi mesi, mentre tanti altri tra quelli nel post si sono cancellati dopo aver bloccato determinate persone): Ecco, in un mondo ideale, basato sull’onestà intellettuale, mi aspetterei delle scuse da ognuno di loro: non faccio nomi, sono commenti pubblici e siete liberi di leggere quello che ho scritto io e quello che hanno scritto loro, facendovi una vostra opinione. Non so se qualcuno di chi mi ha attaccato, in privato, mi scriverà. So però dove continuerò a stare io, domani come ieri: dalla parte degli ultimi e degli strattonati, come quei bambini che, dalla politica più marcia, sono stati nominati a lungo come un mantra non per umanità, ma perché “finalmente” hanno rappresentato un’occasione per attaccare gli avversari. Un abbraccio a ognuno di loro, prime vittime di una società bavosa di rabbia e frustrazione. PS: i primi che, commentando, mi definiscono “di parte”, o che ritengono la Cassazione “di sinistra”, li blocco, da buon anti-democratico come loro mi dipingerebbero. Prima, però, li mando dove cantava Marco Masini.