BUONGIORNO UN CORNO!, VENERDI’ 17, TRA SALVINI E AMADEUS …

BUONGIORNO UN CORNO!, VENERDI’ 17, TRA SALVINI E AMADEUS …

Se fino a oggi non avevate capito niente di meccanismi elettorali, se al proporzionale corretto col maggioritario preferite il proporzionale corretto al cognac, se pensavate che col Mattarellum si stendono le fettucine in casam, che col Germanicum vi rastrellano di notte e vi portano ai lavori forzati dove si parla tedesco, che col doppio turno alla francese la baguette anziché sotto l’ascella ve la mettono da un’altra parte, che con il maggioritario secco muoiono le piante grasse, che quando c’era l’Italicum i treni arrivavano in orario, insomma se vi vergognavate a intervenire quando gli amici dell’apericena discettavano del giusto sistema di voto per questo nostro bellissimo ma scassato Paese, insomma care amiche e amici, da ieri potete avere la certezza che i primi a non capirci una beata minchia di niente sono i sovranisti in salsa leghista. Senza nemmeno entrare nel merito della loro proposta, bisogna capire che la ragione principale per cui la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito che puntava a cancellare la parte proporzionale dell’attuale sistema di voto, giudicandolo “Eccessivamente manipolativo”, è che in caso di affermazione del referendum la proposta salviniana avrebbe lasciato l’Italia senza un sistema elettorale, gli italiani senza la possibilità di votare. Lo rispiego perché è davvero difficile credere che si possa essere così irresponsabili, indipendentemente dalle convinzioni politiche. La logica costituzionale è: c’è un governo, cade, non si trova un’altra maggioranza e la parola passa ai cittadini con il voto. Il referendum proposto dai leghisti avrebbe invece impedito il dipanarsi di questa logica democratica, costringendo un governo in crisi a restare in carica per approvare comunque una nuova legge elettorale togliendo quindi la parola al popolo sovrano. Fantastico paradosso per i sovranisti “de noantri”. Il referendum proposto dagli otto consigli regionali a guida centrodestra avrebbe solo abrogato l’attuale sistema senza offrire appigli per votare in altro modo lasciando un vuoto giuridico. Sono dei distruttori incapaci di costruire alcunché, ma quel che è grave è che hanno ingannato per primi i loro stessi elettori, che sono italiani come noi e quindi, anche se non ci piace come votano, hanno diritto di votare senza essere ostaggio del rancore autodistruttivo dei leader dei loro partiti. Alla manifestazione delle Sardine di San Pietro in Casale prende la parola un ragazzo: molti lo conoscono e sanno che Sergio è affetto da Dsa ma un post di Salvini lo ridicolizza pubblicamente. Così fanno i vigliacchi. Adesso Sergio ha perso anche il lavoro a causa della esposizione pubblica che non ha certo cercato. “Mi sento orgoglioso del mio imbarazzo” ha risposto al post di Salvini. “Non avevo preparato il discorso, ma ho comunque parlato in pubblico. So cosa vuol dire essere presi di mira, io sono gay e alle superiori ero oggetto di bullismo. Ora sono un uomo forte, Salvini non mi ferisce. Ma partirà una querela nei suoi confronti“. Sono contento che sia terminata quella stagione politica per cui avremmo saputo cosa fare a scuola con uno che si comportava come Salvini. I prepotenti difficilmente capiscono i loro errori finché non trovano qualcuno più prepotente di loro. Non si può dire nell’era del politicamente corretto, ma ai tuoi figli lo devi spiegare bene che esistono delle zone d’ombra in questa società dove nessuno ti protegge dal bullismo e in qualche modo devi anche saperti difendere da solo prima che intervengano le autorità preposte. Non servono le mani naturalmente, serve reagire, serve non farne passare una, parlare, denunciare pubblicamente come ha fatto Sergio, serve intervenire a difesa degli altri quando sono in difficoltà, serve prendersi le proprie responsabilità e decidere da che parte stare in questa società malata di discriminazioni sociali, sessuali, economiche. Non si può restare in silenzio quando sull’autobus parte la solita filippica razzista, non si può accettare che qualcuno anziché rifiutarsi semplicemente di acquistare un oggetto proposto da uno straniero al semaforo sfoghi su di lui la propria frustrazione sociale. Migliaia di persone in queste ore hanno raggiunto Sergio con un pensiero, una frase, un’espressione di solidarietà. Senza essere stupidamente buonisti l’impressione è che la gente sia davvero stufa di questo coatto da quattro soldi che minaccia chiunque non sia d’accordo con lui. Il vantaggio di avere una certa età è quello di aver visto cadere in disgrazia personaggi ben più pericolosi e violenti di Salvini, bisogna aver fiducia. E reagire, sempre. Le donne di Sanremo sono “ovviamente belle”, la fidanzata di Valentino Rossi è brava perché “sa stare un passo dietro al suo uomo”. Eccone un altro, avanti il prossimo. “Mi dispiace che sia stata interpretata malevolmente la mia frase”, ha replicato Amadeus alle critiche, dopo le espressioni che ha usato in una conferenza pubblica di presentazione della manifestazione canora della riviera ligure. No no, abbiamo capito benissimo il senso, così come abbiamo capito che la buona fede del conduttore è sincera, ma questa è un’aggravante non una scusante. Cioè lui pensa davvero che non ci sia niente di strano in quello che ha detto, si stupisce dello stupore perché vive in un Paese dove il suo pensiero è molto più diffuso delle vendite delle canzoni di Sanremo. Negli Stati Uniti la carriera di Amadeus sarebbe terminata ieri. Anche lì c’è dell’ipocrisia naturalmente, ma almeno chi è esposto pubblicamente è costretto a rispettare le regole basilari dell’uguaglianza. Il paradosso italiano è che chi attacca oggi Amadeus appartiene in buona parte alla schiera di chi voleva impedire a Rula Jebreal di parlare della violenza sulle donne dal palco dell’Ariston. L’elemento della buona fede di Amadeus è la chiave per capire la portata del fenomeno sessista in Italia. Non sarà certo per le sue parole che aumenteranno le violenze domestiche contro le donne nelle famiglie italiane, ma se il conduttore della trasmissione più vista in assoluto della televisione italiana non comprende il segnale negativo che ha lanciato non possiamo poi stupirci delle discriminazioni che subiscono le donne ovunque nella nostra società ipocrita. La Svezia per esempio è uno dei paesi più attenti alle questioni di genere e ha il vantaggio di non avere Sanremo. Addirittura lì esistono delle proposte di legge per abolire dalla lingua parlata il maschile e il femminile lasciando solo il neutro. Un’alzata di sopracciglio verso una donna può essere interpretata come un assalto sessuale con conseguenze penali. Però poi scopri che anche lì la forbice dei salari tra uomini e donne, il gender gap, nel 2016 era del 13,3%. E’ un dato come questo che autorizza Amadeus a pensare che sia naturale che le donne siano un elemento sociale ornamentale. Se si vuole dare dignità alle donne non basta prendersela con Amadeus, bisogna intervenire strutturalmente sul principio ancora più basilare dell’uguaglianza. Al momento, tra tutte le nazioni del mondo, solo in Islanda esiste una legge che istituisce la parità di salario tra uomo e donna prevedendo grosse sanzioni per chi non la rispetta. Allora brutti zozzoni viziosi, da oggi potete legalmente cuocervi e mangiare i dolcetti o altre prelibatezze alla cannabis! Lo so che già lo facevate, davvero con difficoltà incontro persone che non utilizzino in qualche modo Thc, tetraidrocannabinolo, la sostanza attiva della pianta, da molto prima che ci pensasse Ornella Vanoni a sdoganare la cannetta serale della buonanotte. Pochi giorni fa la Cassazione con una sentenza storica ha dichiarato che non è reato coltivare una pianta di marijuana in casa per uso strettamente personale, prendendo atto di una situazione che finiva per mettere in galera chi era costretto a dare soldi alla mafia, che controlla lo spaccio per comprare prodotti a base di cananbis, mentre chi può acquistare liberamente alcol al negozio andandosi poi a schiantare con la macchina dopo aver ucciso degli innocenti non viene segnalato alle autorità competenti per l’eventuale ubriachezza prima o dopo essersi messi alla guida. “Finalmente”, dice la Coldiretti, non il cartello di Medellin ma la Coldiretti, sottolineando che in 5 anni i terreni coltivati a cannabis in Italia sono aumentati di 10 volte: giro d’affari in crescita e nuovi posti di lavoro. Sarebbe tuttavia da irresponsabili non sottolineare che un problema c’è ed è veramente grosso: non siamo tutti uguali. Così come c’è chi beve tranquillamente due bicchieri di vino a pasto prima del riposino e c’è chi stupidamente si mette alla guida dopo aver bevuto cinque cocktail mettendo a rischio la propria e soprattutto l’altrui vita, c’è chi non riesce a controllarsi e dopo aver consumato cannabis compie gesti che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti. Il problema generale è il principio di responsabilità che viene meno nelle azioni quotidiane, la consapevolezza che ogni nostro gesto individuale a catena ha ripercussioni sulle vite degli altri. Questo è un principio che dovrebbe essere insegnato in prima elementare e ripetuto all’infinito come un mantra, questo principio dobbiamo insegnare ai nostri figli per qualsiasi atto sociale a non soltanto per la cannabis. Ed è sempre la Coldiretti a informarci che: “Dalla cannabis si ricavano oli usati per la cosmetica, resine e tessuti naturali ottimi sia per l’abbigliamento, poiché tengono fresco d’estate e caldo d’inverno, sia per l’arredamento. C’è chi ha utilizzato la cannabis per produrre veri e propri eco-mattoni da utilizzare nella bioedilizia per assicurare capacità isolante sia dal caldo che dal freddo”. Siate responsabili però, se amate la vita, la vostra e quella degli altri, chiedetevi sempre quali ripercussioni avrà un vostro gesto sulle persone a voi vicine fisicamente e negli affetti.