DATI OXFAM: I RICCHI DIVENTANO SEMPRE PIÙ RICCHI

DATI OXFAM: I RICCHI DIVENTANO SEMPRE PIÙ RICCHI

DI PATRIZIA ING.LASSANDROI dati diffusi come ogni anno da Oxfam fanno trapelare una maggiore concentrazione della ricchezza ai vertici della piramide economica. Tutto questo alla vigilia del meeting annuale del World economic Forum a Davos, dove si incontreranno a giorni gli uomini più ricchi del mondo. Il pericolo è che ci si possa genericamente abituare a una tale forbice. I ricchi non mutano la loro stabilità economica, anzi,in 2153, con un patrimonio stimato di 2.019 miliardi, hanno una ricchezza superiore a quella complessiva di 4,6 miliardi di persone, ossia circa il 60% della popolazione mondiale.In altre parole la ricchezza è per pochi. Volendo fare un esempio, potremmo dire che tutte le donne del continente africano messeinsieme, hanno circa la ricchezza dei 22 uomini più ricchi del mondo. La scarsa crescita economica su scala globale degli ultimi trenta anni ha influito negativamente. Reddito e ricchezza sembrano crescere solo per i già ricchi che hanno anche contribuito appena per il 4% sugli introiti fiscali dati dalla tassazione della ricchezza. A livello globale, ovviamente ci sono eccezioni e ogni caso andrebbe analizzato singolarmente, però è innegabile l’ampliamento del divario.In Italia le disuguaglianze c’erano e sono rimaste. A giugnio 2019 la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco superava la quota di ricchezza complessiva detenuta dal 70% degli italiani più poveri sotto il profilo patrimoniale. In soli venti anni, la ricchezza dei più facoltosi è salita del 7,6%, mentre quella del 50% dei più poveri si è ridotta del 36,6%. Nel 2018 l’indice di Gini, che misura le diseguaglianze, collocava l’Italia al 23° posto nella Ue a 28. Sicuramente le nuove generazioni maggiormente partiranno per questo divario. Nel bel baese l’economia immobile, privilegia i ricchi e il sesso maschile. Tant’è che il figlio di un dirigente ha un reddito annuo superiore del 17% rispetto a quello percepito dal figlio di un impiegato con identico livello culturale. Aumentano anche gli abbandoni scolastici, dopo un decennio di discesa. In Europa, ci seguono in questa triste classifica solo Spagna, Malta e Romania. Stando a quanto divulgato da Elisa Bacciotti, direttrice campagne Oxfam Italia, le famiglie a basso reddito in Italia non riescono il più delle volte a sostenere i propri figli per tutto il percorso scolastico. In caso di difficoltà non ci sono supporti scolastici pubblici e le famiglie non ce la fanno. Molti giovani non studiano e non lavorano. Se lavorano, la paga è esigua. Più del 30% dei giovani occupati guadagna meno di 800 euro al mese mentre il 13% degli under 29 versa in condizioni di povertà lavorativa. Il quadro non è roseo, di sicuro non dobbiamo scoraggiarci ma rimboccarci le maniche per cambiare la realtà.