L’IRAQ CHE BRUCIA OLTRE IL FUMO: VIA I LADRI E I DIVERSI AMICI

Dopo l’uccisione Usa di Soleimani, il repressore di mano iraniana, è il governo di Baghdad a sostegno misto anche americano a reprimere la protesta popolare che attraversa ormai tutto il Paese.Un giornalista filma tra i copertoni in fiamme, bruciati dai manifestanti anti-governativi durante una manifestazione nella città di Bassora, a sud dell’Iraq. Lo scatto firmato Getty è stato immortalato il 21 gennaio 2020, scrive l’Uffington Post. Le proteste stanno scuotendo il paese da ottobre e i manifestanti – 500 morti dopo, per lo più attivisti e manifestanti uccisi dalla repressione governativa e da non meglio precisati cecchini- hanno concesso al governo una settimana per soddisfare le loro richieste, altrimenti intensificheranno gli scontri.Ucciso in grande repressore di Teheran Soleimani con mano e bombe americane, ora i due ‘grandi’ (nel senso di grossi) nemici che si spartiscono pezzi di quello che resta del governo di Baghdad (maggioranza sciita filo Iran ma a sostegno americano che lì ha basi strategiche e quasi 5mila soldati), delegano la soluzione, a quello che resta del corrotto potere locale… CONTINUA SU REMOCONTRO: