BUONGIORNO UN CORNO!, MERCOLEDI’ 29, INTELLIGENZE ARTIFICIALI E STUPIDITA’ GENUINE …

BUONGIORNO UN CORNO!, MERCOLEDI’ 29, INTELLIGENZE ARTIFICIALI E STUPIDITA’ GENUINE …

L’intelligenza artificiale sembra l’unica forma d’intelligenza a cui aggrapparsi visto che quella umana mostra dei grossi limiti da quando rifiuta d’imparare dal passato. Ma visto che è l’intelligenza umana a deliberare su quella artificiale vale la pena riportare una notizia che non trovate sulle pagine dei giornali. L’Ufficio europeo dei brevetti ha rifiutato l’attribuzione di due brevetti per due invenzioni realizzate da sistemi di intelligenza artificiale. Fin qui direte voi niente di strano, c’era qualcosa che non andava. Eh sì, è così infatti solo che quello che non andava era che la proposta era stata redatta da un’intelligenza artificiale. Provo a spiegare, anche se come voi appartengo a quel mondo edificato da zappa e sudore che guarda con timore agli sviluppi futuri di qualcosa che è ancora difficile comprendere. Pochi mesi fa Stephen Taler, ingegnere informatico, direttore generale della società Information Engines, presenta all’Ufficio Europeo dei brevetti due richieste da approvare. L’ufficio si riunisce, ascolta la richiesta e in una seduta non pubblica rifiuta di concedere i brevetti. Il motivo risiede nel requisito richiesto dalla Convenzione sul brevetto europeo:  l’inventore indicato nella richiesta sia un essere umano. Nella richiesta presentata da Taler invece la titolarità dell’invenzione viene attribuita a una macchina, per l’esattezza Dabus,“un sistema di intelligenza artificiale fondato su un meccanismo di più reti neurali in grado di generare idee modificando le loro interconnessioni, affiancato da un secondo sistema di reti neurali che analizza le conseguenze critiche di queste idee e le rafforza per quanto riguarda le previsioni”. Non so voi, io sono allibito, anche un po’ spaventato dalla questione, ma ormai o la capiamo o non la controlliamo più, dobbiamo sforzarci se vogliamo continuare a esercitare il nostro diritto di critica nel mondo attuale. C’è un dibattito in corso che va al di là dell’applicazione automatica della norma sull’inventore del brevetto. Perché molte altre richieste in questo senso sono destinate a riversarsi sul tavolo dell’Ufficio europeo brevetti. E’ innegabile che concedere brevetti a invenzioni generate dall’intelligenza artificiale costituirebbe un passo avanti per l’innovazione tecnologica del mondo. Secondo gli esperti inoltre concedere brevetti all’intelligenza artificiale, più esattamente al proprietario di quell’Intelligenza Artificiale, comporterebbe l’introduzione della distinzione tra l’effettivo inventore e il proprietario del sistema. Un esempio: grazie alla velocità di calcolo dell’intelligenza artificiale è stato creato in 46 giorni un farmaco contro la fibrosi, contro i circa dieci anni che la creazione di farmaci richiede per scoperte analoghe. Sarebbe da pazzi rinunciarci. L’inventore del sistema che ha portato a questo deve quindi essere considerato a tutti gli effetti l’inventore ed essere registrato come proprietario del brevetto, altrimenti perderemmo la portata rivoluzionaria dei prodotti utili all’umanità che ormai l’intelligenza artificiale è in grado di realizzare. Fantascienza? No scienza, scienza del presente e nuova frontiera del capitalismo per la proprietà intellettuale. E se non avete capito bene la questione rilassatevi, perché nemmeno io sono sicuro di averne ancora colto tutte le implicazioni, dobbiamo sempre leggere e documentarci, operazione resa difficile dal fatto che i giornali quasi mai riportano notizie importanti per l’umanità intera come questa. Ciao Dabus, un saluto a te e famiglia! Mettiamo che tu hai una lite con il tuo vicino per l’uso degli spazi comuni. Quello negli anni costruisce abusivamente sulla quasi totalità del giardino condominiale una serie di strutture fisiche che occupano la quasi totalità dello spazio destinato a entrambi, lo fa inoltre facendo in modo che gli spazi occupati non siano relativi a una parte omogenea e separabile del giardino, ma un po’qua e un po’ là, a macchia di leopardo. C’è la legge a difenderti, tu pensi, adesso un giudice stabilirà che il mio vicino debba sfruttare soltanto metà del giardino e restituirmi metà dello spazio. Invece arriva un giudice e decide che tu devi prenderti soltanto quel poco che resta del giardino, l’abuso non viene considerato tale e tu devi sfruttare soltanto gli spazi esigui rimasti tra un abuso e l’altro, che rendono a te impossibile in realtà usufruire della tua metà originaria, puoi solo, e sotto autorizzazione del vicino abusivo ma sanato, sfruttare i corridoi rimasti liberi tra un abuso e un altro. Il giudice fotografa quella situazione e dice che la ripartizione degli spazi è giusta così com’è. Questa è la questione israelo-palestinese spiegata ai bambini, ai digiuni del più lungo e drammatico conflitto internazionale che negli ultimi decenni ha dato vita alla maggior parte dei conflitti mondiali, terrorismo incluso. E’ un’ingiustizia palese, un crimine per le conseguenze di sangue a cui ha portato, che il mondo permette in nome dell’importanza strategica che colui che si è impossessato dell’intero giardino riveste per quella parte del mondo che chiamiamo occidente. E’ una questione sulla quale si sono rovinate molte mie amicizie con esponenti della comunità ebraica romana, mi spiace dirlo, ogni volta che porto questo esempio che non è politico ma di semplice buonsenso, spunta l’accusa di antisemitismo. Gli israeliani che pensano queste stesse cose e lo fanno presente nel loro paese ai loro connazionali sono accusati di tradimento. Nessuno dei partiti che si presenteranno alle prossime elezioni israeliane mette minimamente in discussione la legittimità di quelle occupazioni abusive. “Quegli altri sono terroristi e noi dobbiamo difenderci”, è la risposta dei miei amici ebrei. Allora voglio affrontare qui un altro spiacevole argomento. Non guardo più da tempo con simpatia al degrado della politica palestinese, divisa nel rivolo democristiano e corrotto in cui è piombata Al Fatah e in quello fanatico ed estremista di Hamas. Continuo a guardare però ai diritti del popolo palestinese, che subisce l’incapacità dei propri rappresentanti a essere incisivi e l’aggressione quotidiana degli occupanti israeliani, senza cedere di un millimetro sulla difesa del loro diritto a uno stato Palestinese. Non esiste al mondo un argomento valido per negare il diritto del popolo palestinese ad avere il suo stato e i suoi confini, seppur penalizzati dall’occupazione illegale israeliana, così come non esiste al mondo un argomento valido per negare il diritto di Israele ad avere uno stato in cui vivere in pace. Il mio pensiero è quasi banale e rispecchia quello della maggior parte della comunità internazionale, la stessa che chiede ai palestinesi di rinunciare a gran parte dei loro territori naturali e a Israele di porre fine alla continua occupazione di nuovi spazi palestinesi insediando dei coloni, che finiscono per essere altra carne da macello, altre vittime utilizzate cinicamente dal loro stato di appartenenza, così come altra carne da macello viene utilizzata cinicamente dall’altra parte per contrastare l’occupazione israeliana. La proposta presentata dal presidente Usa Donald Trump impedirebbe per sempre il raggiungimento di una pace in Medioriente perché fotografa e accetta soltanto la situazione illegale del presente. La comunità internazionale, se si crede davvero che nel mondo possa esistere una parvenza di legalità universale dei diritti umani, deve essere irremovibile nel respingere questo piano che è destinato a creare altra violenza nell’area mediorientale. Ci chiediamo spesso chi fa le leggi o almeno se quelli che le scrivono materialmente e le votano vivano nel mondo in cui viviamo tutti. Allora diciamo che è slittato di una settimana l’esame della Camera sulla riforma del Codice della strada. Il testo fa discutere per tanti motivi ma qui ci limitiamo a parlare del concetto di salvaguardia della vita. L’articolato affronta il concetto della sicurezza ma …. Sarà vietato a chi guida di fumare. Ma non per il pericolo di prendersi un tumore naturalmente, quanto per i rischi di distrazione insiti nelle attività che comporta l’operazione, dall’accensione all’eliminazione spesso all’esterno della macchina del mozzicone. Ok, giusto possiamo dire anche noi fumatori (non è vero penso sia una grandissima cavolata ma non si può dire pubblicamente). Quindi il principio è che facciamo di tutto per impedire gli atti che ci distraggono dalla guida mettendo in pericolo le persone che incontriamo lungo il nostro percorso. Bene. Contemporaneamente la Lega ha presentato un emendamento che rischia di trovare consensi ben più ampi del partito che l’ha proposto in cui è previsto l’innalzamento dei limiti di velocità a 150 chilometri orari in alcuni tratti autostradali. E qui non ci siamo più sul concetto di salvaguardia della vita umana. Cioè fatemi capire, si vieta l’uso della sigaretta che distrae dalla guida ma si permette di andare più forte con maggior rischio di andare a sbattere? Ecco che torna la domanda su chi le fa le leggi e chi le approva. Ma qui non parliamo di problemi d’intelligenza purtroppo, è evidente che nella maggior parte delle proposte della salute mia e vostra poco importa a tutti. La lobby dell’industria automobilistica è fortissima e per niente doma e ogni tanto torna a farsi sentire. Perché è chiaro che chi vende macchine, macchine che possono facilmente raggiungere il 180 chilometri orari anche se non sono le fuoriserie di una volta, semplici utilitarie che l’industria vende anche con il fascino della velocità, se poi non le puoi sfruttare in quel senso perdono competitività sul mercato. Ciò che lascia stupiti sono le ragioni di coloro che sono contrari a questo innalzamento dei limiti. Uno dei motivi del “no” sarebbe l’inquinamento visto che con un maggior consumo di carburante (richiedendo al motore maggior potenza) si otterrebbe un maggior inquinamento. Incredibile! Non è che se corri rischi di ammazzare qualcuno all’istante, no, rischi di ucciderlo entro i prossimi dieci anni con le emissioni tossiche. Quindi mi raccomando: non fumate in macchina per la sicurezza stradale ma proiettatevi a 150 all’ora per la sicurezza dei dividendi dei soci delle aziende automobilistiche.