JOSEF MENGELE? ERA E RESTA UN MACELLAIO

JOSEF MENGELE? ERA E RESTA UN MACELLAIO

All’intelligentissimo direttore del Foglio sarà sembrata un’idea eccellente questa ricalibratura della figura di Josef Mengele, il medico assassino di Auschwitz. Peraltro più di titolo che di testo.Mengele. Aspettava l’arrivo dei treni per decidere chi doveva essere mandato subito alle camere a gas (i più) e chi no. Sulla baracca dei bambini aveva fatto dipingere il segno dell’altezza di 1 metro e 50 cm. Chi stava sopra viveva, chi era sotto no.In una notte dei suoi folli esperimenti sui gemelli ha ucciso di sua mano 14 gemelli rom.Mengele, lo scienziato apprezzato in ambienti accademici secondo le nuove ricostruzioni accolte sulla segnalazione del Foglio che si occupa di un nuovo testo su Mengele, era un bastardo assassino che uccideva a calci le sue povere vittime, spesso di giovanissima età, a volte a calci, in altre mettendo mano alla a pistola, in altre ancora ricorrendo a iniezioni letali di fenolo.Il libro recensito è di David Maxwell, non ne discuto: il problema è la titolazione innanzi tutto di questa recensione che usa la definizione intollerabile di “professore”, uno non solo assassino, anzi un riferimento per molti altri scienziati che facevano a gara per cooperare coin lui…Purtroppo Mengele era e resta un macellaio.Devoto all’eugenetica che nel percorso hitleriano fa da base allo schema micidiale che porta alla Shoah, Mengele era certo uno sperimentatore. Un perverso che usava cavie umane, prigionieri e prigioniere. per i suoi schifosi programmi.Lo chiamavano Todesangel, angelo della morte. Se scoppiava una malattia in una baracca non esitava a uccidere tutti come quando ha sterminato in un solo colpo oltre 750 donne uccise nel capannone in cui si era sviluppata una malattia.Un ratto, degno di prendere poi dopo essere sfuggito a Norimberga la “via dei ratti” verso il Sud America, grazie al cordone sanitario allestito in Sud Tirolo per questi assassini. Sue tracce sono riferite a Termeno.In Brasile dove è morto nel 1969 si è poi saputo che ha avuto paura, dopo la cattura di Adolf Eichmann. Temeva per la squallida vita.Che c’è da rivalutare in tutto questo? Sarebbe da chiedere all’intelligentissimo direttore del giornale che ha avuto questa bella idea.