LIBRI – DI “MALEDETTA SOLITUDINE” SI PUO’ MORIRE?

LIBRI – DI “MALEDETTA SOLITUDINE” SI PUO’ MORIRE?

È da poco in libreria “Maledetta solitudine” (Edizioni San Paolo, pp. 224, 16 Euro), un testo di esemplare profondità e chiarezza, scritto da due studiosi di fama internazionale come Diego De Leo e Marco Trabucchi, indispensabile per comprendere un aspetto della vita che può riguardare ciascuno di noi, e che è destinato ad avere un peso sempre maggiore nella società del futuro: la solitudine. «La crisi della famiglia e la diffusione di atteggiamenti egolatrici», spiegano gli autori, «ha creato una situazione sempre più diffusa di solitudine, perchè anche la persona non particolarmente fragile, fatica a trovare un sostegno nel momento del bisogno. Una realtà che non va letta in termini moralistici: occorre rinforzare le isole  di generosità che ancora sono vive nella nostra società, e dare spazio a chi ancora crede nella possibilità di costruire ponti tra le persone. Perché, sia chiaro: di solitudine si può impazzire. Di solitudine, si può morire.» «Le persone più giovani, e quelle più anziane. Nel libro ci occupiamo in particolare di queste.» Ma quali sono le cause principali della solitudine? «La solitudine non è mai voluta, o autoprovocata. Piuttosto vi sono situazioni in cui,sentendoci in discronia rispetto al presente e soli di fronte alle difficoltà della vita,tendiamo progressivamente a chiuderci. È un naturale meccanismo di difesa, assaidifficile da modificare.» Chi dovrebbe intervenire, in questi casi? «Finché ci porremo questa domanda in astratto, non troveremo la vera risposta giusta: che è noi stessi. Se il cambiamento non comincia da ciascuno di noi, non si raggiungerà mai l’obiettivo di alleviare le altrui sofferenze.» Il mondo è pronto per una società in cui l’età media potrebbe presto superare i cent’anni?«Il mondo non è pronto per nessun vero cambiamento… Ma una visione storica (oProvvidenziale, per chi crede) ci insegna che alla fine tutto si risolve in nuovi equilibri, caratterizzati da un continuo miglioramento delle condizioni vitali, che a loro volta inducono un aumento della spettanza di vita. La nostra esistenza, non dobbiamo mai abbandonare questa convinzione, si colloca all’interno di un circolo virtuoso!» Diego De Leo è Direttore del Dipartimento di Psicologia alla PrimorskaUniversity e dello Slovene Centre for Suicide Research, nonché professore emerito diPsichiatria presso la Griffith University; Marco Trabucchi è Presidentedell’Associazione Italiana di Psicogeriatria e Direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, autore di oltre 50 volumi in ambito clinico e di oltre 570 lavori su riviste internazionali.