PICCOLA FAVOLA HOT
C’era una volta e una volta non c’era Biancaneve C’era una volta e una volta non c’era, una fanciulla dalle pelle bianchissima, bianca come la neve.Rifuggiva l’estate e il sole.Abitava ai margini del bosco, a mezz’ombra come le azalee e i rododendri. La sua unica tintarella era come quella della canzone di Mina, una tintarella color latte, una tintarella di luna.Ma la moda incombeva, non poteva più prendere l’ombrellino quando faceva dei tratturi al sole, doveva farsi lisciare la pelle dal sole anche se a lei parevano carezze di carta vetrata.Ebbi a che fare con lei per la crisi economica. Biancaneve fu costretta ad affittare una stanza ed io affittai proprio quella perché una stanza ai margini del bosco costa molto meno di una in centro.Certo il mobilio di Biancaneve lasciava a desiderare, dei mobiletti minuscoli ed un letto enorme, ma sapevo qualcosa dei nani e dei rapporti con la fanciulla. Un lettone a otto piazze.Ma come ci stavo bene, potevo rigirarmi come volevo e dormire anche in ginocchioni. L’ultima estate del mio soggiorno nella dipendence di Biancaneve è stato indimenticabile.Lei era andata al mare, per la tintarella vera, ed i nani scorrazzavano in casa con Cenerentola, Cappuccetto Rosso, e qualche volta anche la Sirenetta. Con la Sirenetta, per la sua enorme coda di pesce, non era facile però.Ma i nani non erano più quelli della favola. I nani ora erano: Caccolo, Stronzolo, Brufolo, Nottolo, Puzzolo, Tontolo e Viscidolo. I nani si dice che abbiano delle virtù enormi in basso, ed è vero, me ne ero accorto una volta guardando dal buco della serratura per spiare Biancaneve. Era la prima volta che mi sentivo un voyeur.E finalmente Biancaneve tornò dal suo viaggio al mare. Avevo allargato il buco della serratura. La ragazza dalla pelle bianchissima non esisteva più, ora sembrava Pocahontas.Ma quando la vidi dal buco qualcosa aveva mantenuto, aveva dei seni bianchissimi, non quelli piccoli di ragazza del sottobosco, ma diversi, gonfiati, enormi come se le avessero sostituito gli originali con dei meloni col capezzolo. Ma nonostante tutto erano ancora bianchissimi.Nella sua spiaggia il Topless non era accettato.Quando sfilò le mutandine vidi un caleidoscopio di colori.Un vajazzling di more, lamponi, fragoline, uva spina e ribes, ribes bianco, rosso e nero. Era la prima volta che vedevo una passera ai frutti di bosco.Arrivò anche il principe azzurro, ma non era azzurro era un principe marrone, non per il colore della pelle, ma dell’abito e del cavallo che non era più bianco. Era un principe che aveva preso dal tronco di castagno invecchiato.Le perline del vajazzling di Biancaneve stavano cadendo. La colla usata evidentemente era scadente oppure non era stata fatta una depilazione accurata.Me ne andai quando sentii le risa e i canti dei sette nani. Non ne potevo più di stronzoli, ruttoli e puzzoli, né di principi vestiti color Nutella. Feci un fagotto delle mie cose, un paio di calzini e un paio di mutande, li legai in cima ad un bastone che poggiai alla spalla e me ne andai verso la città. Ci passava un fiume e quindi c’erano anche ponti. Almeno una volta c’erano. Una volta c’erano i ponti e una volta non c’erano.
