APPUNTI DI VIAGGIO IN TEMPO DI CORONAVIRUS. CONTROLLI? AL PORTO DI CIVITAVECCHIA NESSUNO (1^ PARTE)
Non ho chiuso occhio pensando al viaggio che avrei dovuto affrontare. Mi domandavo cosa avrei trovato una volta giunta al porto.Ci avrebbero rimandato indietro?Ci avrebbero sottoposto a severi controlli qualora ci avessero consentito di salire a bordo? Intanto alla radio le notizie sul coronavirus continuavano a farla da padrone,alla quinta vittima si aggiungeva la sestae tutto lasciava supporre che nel giro di qualche ora il numero sarebbe ulteriormente aumentato.Mi aspettavo di trovare una Civitavecchia fantasma, o quasi.Solo poco prima la news di oltre 50mila disdette di viaggivia cielo e via mare.Insomma pensavo nero e vedevo ancor più nero.Abbiamo fatto il tragitto Anzio-Civitavecchia quasi in silenzio. Immaginando il peggio. Lungo il viaggio lo stesso traffico di sempre. Nelle località attraversate negozi bar pizzerie farmacie tutte aperte. Idem a Civitavecchia.Qui la vita scorre come sempre, mi sono detta.Il blocco lo troveremo al porto, continuavamo a ripetere. Chissà se partiremo.Eccolo il porto, intravedo la nave. La stessa di sempre. Facciamo lo slalom tra i vari moli. Troviamo il nostro, il numero 18. Preparo i biglietti e i documenti. E sopratuttomi preparo per passare davanti al thermo-scano a qualche altro marchingegno che controlli il nostro stato di salute. L’omino giallo del check-in prende il biglietto e mi rilascia il pass.Faccio per allungargli la carta d’identità (da cui avrebbe rilevato oltre all’identità il luogo di residenza), mi fa subito cenno‘non occorre signora, vada’. Entriamo in nave, parcheggiamo e saliamo in cerca della cabina. Ci fermiamo alla reception per la chiave, domando‘niente controlli per il corovirus’?.‘Ma che vuole controllare signora. Quelli in televisione se cantano e se la suonano’. Due giorni di ansia di paure di ipotesi catastrofiche e poi, dico,manco il documento mi controlli?Ma andate a quel paese!!Vediamo domani allo sbarco
