CERCASI VIRUS DEL BUONSENSO

Con o senza la mia annuale influenzina ordinaria in via di guarigione, quella che mi fa inutilmente ripromettere di vaccinarmi per il prossimo inverno, come faccio a rinunciare a dire la mia sotto questo bombardamento a tappeto di notizie, una più irrilevante dell’altra, sul coronavirus? Cominciamo con l’eliminare due categorie dal discorso.I salvinisti che speculano sulla faccenda, uguali in tutto e per tutto a quelli che provano a vendere l’Amuchina a 100 Euro, e i complottisti che immaginano Big Pharma o Soros o Bildeberg o i temutissimi Vulcaniani tutti intenti ad appestare gangli vitali del sistema come Codogno e Vo’ Euganeo. Non Pechino, Mosca o New York… Pensavo invece alla gente cosiddetta seria, nonostante il nome assurdo come Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che dice testualmente “Un virus può creare più sconvolgimenti politici economici e sociali di qualsiasi attacco terroristico” e che i media, a beneficio di noi povere caprette, traducono con un ben diverso “CORONAVIRUS PEGGIO DEL TERRORISMO”. E poi via via tutta la carrellata di medici, sociologhi, economisti eccetera, ognuno col suo pezzetto di verità catastrofista o minimizzatrice da estrarre e buttare in un calderone comune per il beneficio di nessuno a parte loro stessi. Guai a schierarsi da una parte o dall’altra, io la mia piccola battaglia contro il coronavirus la sto combattendo in silenzio ripetendomi il mantra che mi porterà alla vittoria:“Fluimucil, Tachipirina e se serve una botta di Ventolin”