BUONGIORNO UN CORNO!, VENERDI 28, CANIDI LUPINI …
Dopo catastrofi naturali come un terremoto accade spesso che si aggirino tra le macerie delle persone che approfittando della forzata assenza dei proprietari delle case abbandonate rubano quel poco che rimane. Li chiamiamo sciacalli, offendendo con questo termine persino l’animale vero e proprio, e possiamo estendere la definizione a chi dopo una disgrazia intravede la possibilità di lucrare sull’emergenza. Con il coronavirus sta accadendo la stessa cosa. Gli sciacalli della politica vedono in questa disgrazia nazionale un’occasione per rubacchiare qualche voto, fare qualche giochetto di prestigio per portare via agli italiani, frastornati dall’ingorgo di notizie contraddittorie sull’infezione, le poche certezze rimaste nell’affrontare l’emergenza. Lo abbiamo scritto a inizio settimana e lo ripetiamo in chiusura: il governo, e chi scrive non è tra coloro che hanno votato i partiti che lo compongono, si è tutto sommato barcamenato con dignità dinanzi a una crisi imprevista. Persino il noto virologo testosteronico Burioni si è dovuto scusare alla fine: il coronavirus, ha ammesso, non è la peste, è un’infezione un po’ più pericolosa di un’influenza, che come l’influenza può fare morti tra soggetti con patologie pregresse o fisici indeboliti dall’età anagrafica. Su questo, nonostante i tentativi degli sciacalli d’impaurire ancora di più la popolazione, non ci sono più dubbi. L’elevato numero di controlli effettuati ha portato l’Italia a conoscenza di molti più casi di coronavirus di quanti ne siano conosciuti in altri paesi europei, come la Germania, che hanno molti e più intensi contatti con la Cina, da cui proviene il virus. Questo significa che appena scoppiata la crisi l’Italia ha subito effettuato più controlli e questo è un bene, significa essere intervenuti da subito, eppure anziché spiegare questo concetto una parte della stampa, purtroppo anche per ignoranza oltre che in qualche caso per malafede, omettendo di raccontare questo particolare decisivo ha puntato sull’alto numero di contagiati, come se fossero da addebitare a comportamenti errati del governo. Questo non significa che è andato tutto bene. Perché poi nella partita sono entrate in gioco le Regioni. Sarebbe facile additare il triste spettacolo della longilinea ed esile figura incartata con la mascherina del governatore della Lombardia, ma se non parliamo delle Marche non si riesce a comprendere come sia stato possibile che l’intervento del governo venisse tramutato in barzelletta da alcuni enti locali a cui il governo ha demandato la gestione della crisi fornendo delle linee guida. Nelle Marche non c’era un solo caso di persona risultata positiva al coronavirus, ma il governatore del Pd è riuscito a seminare il panico chiudendo le scuole con un’ordinanza ritirata, ripresentata, bocciata dal Tar e ripresentata quando, poche ore fa, con evidente soddisfazione, il governatore ha finalmente potuto annunciare i primi sei positivi nelle Marche al coronavirus. Se aspettava un altro giorno ne poteva annunciare dodici, probabilmente una ventina entro tre giorni, ma era già abbastanza soddisfatto così, la sua corsa per le elezioni che rinnoveranno il consiglio regionale è partita con un’ottima capacità mediatica, su quella politica decideranno i cittadini. E’ imputabile al governo, che ha impugnato il suo provvedimento dinanzi al Tar, un comportamento così poco serio? Di sicuro no, però nel frattempo sulla stampa si parla di provvedimenti contraddittori, quando questi sono stati presi da soggetti diversi dal governo. Prendiamo le Università. Nel decreto del governo è prevista la possibilità di svolgere lezioni via web, non l’obbligo, ma una scelta da valutare secondo la necessità. Eppure diversi atenei in zone a bassissima percentuale di contagio ne hanno approfittato subito. E’ imputabile al governo? Naturalmente no, così come non è stato il governo ma la regione Lombardia a sfornare ridicoli provvedimenti sulla chiusura dei bar alle 18. Può essere responsabile il governo di quei quattro deficienti scappati dalla zona rossa di Codogno che hanno attraversato tutta l’Italia con la possibilità di diffondere il virus? Può essere accusato d’insensibilità il governo se a morire sono state persone anziane, come se segnalare questo dato scientifico fosse una mancanza di umanità verso gli anziani? Ovviamente no, eppure nel giochetto di mettere tutte queste notizie in un unico calderone, senza specificare la differenza tra positivo al controllo e contagiato, tra casi effettivi e casi in remissione, tra numero ricoverati e numero dimessi, agitando forte prima dell’uso e riversando sugli italiani notizie assolutamente contraddittorie tra loro, al centro del processo è finito l’unico ente che ha provato a mettere un argine alla crisi, oltretutto riuscendoci in parte, cioè il governo. Ed è a questo punto, aiutati dal mancato ruolo di controllo di chi come i giornalisti ha bisogno di notizie per aggiornare un sito di minuto in minuto senza grande considerazione per l’impatto sociale, che sul finire della settimana sono entrati in gioco gli sciacalli della politica per proporre un cambio di governo in seguito al voto unanime in Parlamento sul decreto del governo. Prima hanno attaccato il governo utilizzando le maggioranze che hanno in diverse regioni, come la Lombardia, opposte al governo nazionale, mettendo in dubbio la correttezza degli interventi sul coronavirus. Poi, visto che purtroppo per loro il Paese non è attraversato dalla peste e da persone che con abiti stracciati e ululanti di dolore al di fuori di abitazioni rase al suolo dal coronavirus, hanno votato il decreto sull’infezione. Infine la Lega dall’opposizione e Italia Viva da dentro la maggioranza hanno chiesto un nuovo governo di unità nazionale. Un capolavoro. Di sciacallaggio appunto, visto che il loro contributo a questa crisi è stato soltanto di tentare l’indebolimento dell’esecutivo sfruttando un problema di salute pubblica e infondendo paura nei cittadini. Va però fatta una distinzione importante per completare questo quadro di miserabilità dell’azione politica di alcune forze. Perché se tutto sommato è legittimo che l’opposizione provi ad approfittare delle difficoltà del governo, non è per nulla legittimo che lo stesso faccia una forza politica che in quel governo ha ministri e sottosegretari. Sciacalli dal corto respiro. Sciacalli di cui in qualche modo bisogna liberarsi perché rappresentano un problema serio per il Paese e il suo futuro. Irresponsabili che mirano soltanto a ritagliarsi uno strapuntino di potere nei prossimi quindici minuti, perché al di fuori del governo il loro nulla per cento elettorale previsto dai sondaggi li spazzerà via dal Parlamento. Trasformisti che per sventare la propria sparizione stanno facendo accordi con il centrodestra per trovare qualche scranno a Montecitorio e a Palazzo Madama quando si andrà a votare, visto che da soli al massimo possono fare gli amministratori di qualche condominio in Toscana. Questo è quel che è successo nella politica italiana in quella che passerà alla storia come la settimana del coronavirus.
