I BACI AL TEMPO DEL VIRUS
Oggi ho girato nel mio quartiere milanese, e qualcosa è cambiato. In un parco ho visto due giovani che si baciavano, con le mascherine penzoloni. Contrordine: niente panico. Ci sono dei guariti, anche se non diminuiscono i contagi, e persino di minori. Ma la buona notizia è che in Cina il virus avrebbe rallentato. E l’Italia ? Dicono gli esperti che il coronavirus è il colpo di grazia per chi ha già problemi. E noi italiani ne abbiamo molti ( noi come cittadini, noi come giornalisti, noi come governati). Metti il presidente del Consiglio che definisce inammissibili le limitazioni ai viaggi all’estero (in 13 paesi non possiamo entrare, in altri quarantena). E perché inammissibili ? Perché siamo il modello della prevenzione, della gestione dell’emergenza ? Forse perchè gli sfugge che legittimamente molte regioni italiane hanno posto limitazioni a chi viene dalle zone a rischio, e nessuno guarda di buon occhio i milanesi che si spostano nelle seconde case in Liguria a Toscana. Trascura di protestare, l’indifendibile Conte, contro l’obbligo di quarantena per gli eurodeputati italiani: ma non ci avevano raccontato che l’Europa era una madre premurosa ? E il ministro della Sanità, che si è visto con il suo omologo tedesco, gli ha chiesto se qualcuno tra gli ottantamila casi di influenza in Germania è sospetto o meno ? E chiedere se per caso si sono permessi il lusso di non chiudere bottega, mentre noi ci sparavamo sui piedi, con il premier in maglioncino nella Protezione Civile, il tutto chiuso, e il governatore di Lombardia con mascherina, e le disdette del turismo e tutto il resto. Ah, non glielo ha chiesto, gli ha spiegato come funziona il modello italiano di record dei contagi. Forse la farà Carole Rackete, questa domanda al suo Governo, meno irrispettosa e meno coraggiosa di quelle che hanno fatto a lei i media italiani. In fondo non si tratta di speronare i blindati delle Sturmtruppen. Solo un domanda sulla transparenz, come si dice in tedesco.
