L’ASPEN INSTITUTE ED IL CIRCOLO DEI 7 – parte 1
La nostra storia potrebbe iniziare con “c’era una volta”, perché ciò che si sta per raccontare potrebbe appartenere al regno della fantasia, alla stregua di tante leggende metropolitane. Però, per iniziare a raccontarla, voi dovete dimenticare… Dimenticate il Bilderberg Group ed il Club di Roma, e non considerate i gruppi massonici sparsi per il mondo, o meglio, non considerateli separatamente, ma iniziate a vederli come elementi di una catena di contatti, di interazioni, tutti facente capo ad nucleo centrale di personalità molto influenti e potenti, che da secoli gestiscono i destini del mondo. Dimenticate anche quella classifica stilata annualmente sugli uomini più ricchi del mondo, una distrazione per consentire a chi veramente tira i fili dell’economia di agire con comodo. Quando si parla di patrimoni personali, bisogna considerare che, alla morte di quei personaggi messi in risalto, i loro beni confluiranno in fondi societari, saranno frammentati e ridistribuiti, senza una continuità reale a livello dinastico, mentre le grandi famiglie si trasmettono soldi, potere e conoscenza in linea di successione diretta, per non disperdere un patrimonio non solamente economico. Su questa linea si muove anche l’esclusivo club Les Hènokiens, gli enochiani, la cui particolarità risiede nell’avere avere almeno 200 anni di storia industriale alle spalle per farne parte, con continuità familiare nella guida. Sembrerebbe da ricercare in questa longevità a livello societario l’origine del nome del club, in quanto Enoch, uno dei patriarchi della Bibbia, visse circa 365 anni. Lo scopo dichiarato del club è lo scambio di idee ed il supporto filosofico tra membri, e non risultano connessioni tra il fondatore ed altre confraternite o fratellanze, ma l’idea di base si sposa bene con un circolo ancora più esclusivo, di cui si vocifera da tempo anche se, come al solito, non si hanno prove della sua esistenza, ma d’altra parte si sta raccontando una storia di fantasia, quindi le prove non servono. Il circolo segreto di cui si vocifera in alcuni ambienti è noto come circolo dei 7, le sette famiglie industriali e bancarie più antiche del mondo, e la cifra sette starebbe ad indicare la linea continuativa di almeno 7 generazioni, più o meno come funziona per attribuirsi il titolo di cittadino romano. Nel caso del circolo dei 7 però, i circa 175 anni di continuità garantiscono una non dispersione, anzi, una diffusione dei contatti, degli intrecci a livello finanziario, e non solo. Considerando che l’Italia, intesa come nazione, ha 159 anni, si può notare come spesso alcune ruoli di potere siano antecedenti anche alla creazione di governi. Ma è solo fantasia appunto, chiacchiere buone per i complottisti, anche perché, se esistesse un club del genere, non ci sarebbero limiti nell’indirizzo non solamente politico delle nazioni ma anche economico. Ad esempio si potrebbe decidere di aiutare la crescita di una azienda in previsione di una sua presa di possesso, in un futuro lontano, per mancanza di discendenza adeguata. Ed ecco che una società X decolla mentre una Y, apparentemente più articolata ed efficiente, viene fatta fallire. Si tratta di lanci lunghi, che non cercano risposte immediate, ed anche se il titolare dell’azienda potrà divenire, sempre nella fantasia, uno degli uomini più ricchi del mondo, sarà comunque ricchezza effimera, ed alla sua morte l’impero passerà in mani che già detengono altro. Sempre secondo le fantasiose storie che girano tra agenzie di stampa e siti complottisti, i 7 organizzano periodicamente convegni e seminari dedicati allo sviluppo, alle visioni del futuro, ma ovviamente si tratta di eventi organizzati da altre organizzazioni, dove intervengono di volta in volta, come sponsor o come organizzatori, membri di altre società e circoli privati. Scorrendo i profili di alcune società non sarà difficile trovare traccia di quanto si afferma, ma ovviamente non significa nulla, anzi, promuovere simposi dedicati allo sviluppo sociale ed economico dovrebbe essere una mission naturale per chiunque abbia interesse al progresso economico e civile. Non si può pensare che dietro ad ogni azione ci debba per forza essere un intento pilota, per spingere in direzioni taciute ma volute. Quindi non pensiamo ai 7, non esistono, anche perché, se si prendesse per vera la leggenda dei 7, bisognerebbe ripensare ad altre istituzioni, come ad esempio l’Aspen Institute. E la storia continuerebbe…
