IL SABATO DEL VILLAGGIO
Quasi una polaroid della schizofrenia: il tweet “Italy: a safe country” cui subito la Farnesina ha messo un “mi piace”, dove si spiega che tutti i servizi per i turisti sono operativi e la famosa qualità della vita italiana rimane di alto livello. E gli USA che invitano i loro cittadini a evitare i viaggi non necessari in Italia (anche se il capolavoro delle restrizioni ai viaggi degli italiani è quello della Cina: pragmatico, ma sa di Dracula presidente dei donatori di sangue).Ieri mattina sono uscito di casa e davanti ai giardinetti campeggiava un grande cartello con il logo del Comune di Milano: il maltrattamento dei migranti oggi sarà il nostro disonore domani. Scritto in inglese, con la decorazione delle stelle europee su campo blu unite da un filo spinato: siamo tornati alla normalità. Solo che poi, all’Ufficio postale, vedo persone in attesa sul marciapiede, e penso a esagerate precauzioni. Entro e la sala è vuota, e le impiegate con mascherina, e un cartello avverte, prendete il numero e aspettate fuori. Un signore anziano e corpulento in uscita incrocia una signora corpulenta in entrata, e borbotta qualcosa che non afferro sulla mascherina di quest’ultima. Lei “La porto per proteggere mia madre malata. Fatti i cazzi tuoi !”. Mi ricorda una scritta all’ingresso di Sarajevo. “Qui nessuno è normale”. Anche se i politici salgono da Roma per farsi l’aperitivo, anche se i giornali e i tiggì, imputati di essere gli agitprop della psicosi, adesso spargono melassa.I fatti dicono poche cose: 51 ricoveri in un giorno a Lodi – e 17 tra loro in terapia intensiva – e contagio che continua. L’Unione europea chiarisce che la situazione in Italia non è spiegabile con lo scrupoloso “tamponamento” cui altri si sarebbero sottratti (Burioni commenta: “la dura verità”), e del resto adesso i tamponi anche da noi si fanno solo sui sintomatici (come commenta qualcuno in questa pagina: “I dati non sono dati. Sono presi “ : Angela Maria Ricci sul fatto che trovi quello che cerchi).Le parole dicono quel che vogliono: Michela Murgia, lo Chef Rubio della letteratura, si sarebbe lamentata della fine dell’emergenza che consentiva una certa distanza tra gli esseri umani (un po’ come nel lunedì del traffico uno rimpiange la domenica a piedi), essendo l’amore per le masse cosa diversa da quello per l’affollamento. Luca Zaia, governatore del Veneto, si lascia sfuggire qualche considerazione improvvida, in tempi di correttezza anche gastronomica, sulle abitudini alimentari dei cinesi (per loro è l’anno del Topo) che verosimilmente si vendicheranno rifuggendo dagli scontrini milionari dei caffè di piazza San Marco. Sfugge a Zaia che ognuno mangia come parla, e il federalismo deve comprendere un certo relativismo gastronomico, anche se il video cinese -cit Dagospia – è rivoltante : io scandalizzai amici americani dicendo che mangiavo coniglio e da piccolo odiavo la carne di cavallo che mia madre preparava perché faceva sangue. Ho turbato amici peruviani perché stavo bevendo un uovo crudo. Lasciamo perdere i vicentini, ma gli uccelletti alla bergamasca devono piacere a tutto il mondo ?Gli esperti dicono poco, e non sempre in accordo tra loro. Io sto a quello che dice il Centre for Global Disease Analysis dell’Imperial College di Londra: il contagio ha vinto. Quello che possiamo fare è contenerlo, salvare la capacità delle strutture sanitarie nel gestirlo.I politici si parlano addosso, e quando passano ai fatti votano una legge sulle intercettazioni telefoniche che neanche i cinesi. Giustizialismo alla cacio e pepe, tipo quello che ha visto anni di processi contro Bertolaso, finiti in nulla e adesso lo vedete cos’è la Protezione Civile. A proposito di media m’è venuto in mente quello che scrivevano e dicevano dopo il terremoto in Abruzzo, quando al governo c’era Berlusconi e l’ordine di scuderia era fuoco sul quartier generale. Provate a immaginare, a ruoli invertiti, che cosa sarebbe successo sui media, davanti al modo in cui è stato gestito il coronavirus, se a Palazzo Chigi ci fosse stato Conte, con Salvini e Di Maio a fargli da padrini. Morale a targhe alterne, del resto prevedibile quando Conte è diventato da un giorno all’altro un fine politico e i Cinquestelle sono diventati tutti laureati honoris causa: il potere del potere…..Ma se avete tempo andatevi a cercare un lavoro di esperti del 2018, a Ginevra, in cui si parlava del “Disease X”, che anticipa molte delle caratteristiche del Coronavirus. O semplicemente guardate la serie Pandemic, di Netflix, messa in rete in tempi innocenti. Più o meno il messaggio che viene è: il virus è come il terrorismo. Sappiamo da dove viene, sappiamo chi lo fa. Ma non sappiamo come e dove colpirà. Ma, come dice Simo Roveri, altro lettore di questa pagina: “Questo non è un paese per ipocondriaci”. Consiglio Mc Cormack come lettura per ingannare l’attesa. O distrarsi con altri fatterelli: situazione a Idlib, Erdogan e le migrazioni, una riforma sulle intercettazioni alla Davigo, le api che non dormono. E la Libia ? Sparita, o diradata come i tamponi.
