NELLA FACCENDA DELL’OMICIDIO DI UGO, A NAPOLI, È TUTTO SBAGLIATO
Se è vero che a 15 anni dovresti solo giocare a pallone e innamorarti di quella dell’ultimo banco, è pure vero che ti spetterebbe anche il sacrosanto diritto di non dover crescere in un contesto dove prendere una pistola giocattolo e andare a fare una rapina è considerata “una ragazzata”. Nella faccenda dell’omicidio di Ugo, a Napoli, è tutto sbagliato.È sbagliato che un quindicenne pensi che andare a fare una rapina sia un’opzione come un’altra ed è sbagliato che si punti il dito solamente contro di lui. Ed è pura immondizia il solito sciacallaggio del solito miserabile, che lancia l’hashtag “#iostocolcarabiniere” per speculare anche sulla morte di un 15enne.Come se lui sapesse come sono andate le cose prima ancora di una perizia balistica, come se lui sapesse se il carabiniere ha sparato per difendersi o se ha colpito Ugo alle spalle, mentre scappava.Come se lui sapesse già tutto questo perché uno dei due era un carabiniere, quindi non può aver sbagliato.Sulla fiducia, perché i carabinieri non sbagliano mai.Se ci pensate è una cosa talmente stupida che devi essere davvero un formidabile cretino per non capirlo. Ma il problema non sono solo Capitan Disagio e i suoi seguaci, in questa faccenda.Lui sta lì a nutrirsi del cadavere di un ragazzino, come al solito, è nella sua natura di sciacallo.Il problema sono quelli che pontificano: “Oh, ma se vai a fare una rapina te la sei cercata”, riferendosi a uno che era poco più che un bambino. Non si può giudicare un contesto socio culturale come se appartenergli fosse una libera scelta di chi ne fa parte.Non te lo scegli, il contesto dove nasci.Non se lo sono scelti, il contesto dove crescere, quelli che poi sono andati a devastare un pronto soccorso per sfogare una rabbia insensata, istintiva, senza scopo. Credete che uno che va a distruggere un pronto soccorso perché i medici non sono riusciti a salvare il figlio, il nipote o l’amico, sia consapevole di cosa sta facendo?Forse sì, vagamente, ma se ne frega.Quello che gli importa davvero è sfogare il suo dolore e mostrare pubblicamente la sua rabbia al mondo.Bestiale?Si.Orrendo, inaccettabile?Pure.Voi non lo fareste.Certo che non lo fareste.Io non lo farei.Ma io non sono cresciuto in un contesto disfunzionale dove diventare un criminale è un’opzione come un’altra.Voi neppure. Fabrizio De André, ne La Città Vecchia, parlava di loro.Parlava di ladri e assassini, del tipo strano che aveva venduto per tremila lire sua madre a un nano.La ricordate?Di sicuro Salvini, che ha spesso esternato il suo amore per De André, dovrebbe. “Se tu penserai e giudicherai da buon borghese, li condannerai a cinquemila anni più le spese.Ma se capirai, se li cercherai fino in fondo, se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo”. Vittime.Ecco.Carnefici, rapinatori, teppisti, ladri ed assassini, ma anche vittime.Di un sistema e di un destino che ha fatto nascere loro in quel contesto e voi dove siete nati.Che ha dato a voi l’opportunità di crescere tranquilli, di studiare, di potervi definire “civili”, di indignarvi e di puntare il dito contro di loro e la loro “bestialità”. “Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi, ha già troppi impegni per scaldar la gente d’altri paraggi”. Non si tratta di giustificare, ma di provare a comprendere.Provateci, per una volta.
