MARIA E MICOL. STORIA DI UNA BELLA AMICIZIA

MARIA E MICOL. STORIA DI UNA BELLA AMICIZIA

“Sui Navigli, di vista la conoscevamo tutti. Faceva avanti e indietro – curva, lenta, con la sacca sulla spalla, vestita uguale ogni giorno dell’anno: cappello di lana in testa e gonna lunga, sempre la stessa”. Maria, 89 anni, e Micol, 41, sono diventate amiche e la loro storia, é un po’ da libro.in particolare adesso, con gli anziani in isolamento forzato, un pensiero in piu fa la differenza: “Ricordiamoci che un giorno saremo tutti Maria”. *****Maria, 89 anni, ha un angelo custode. Si chiama Micol e soprattutto in questo periodo di paure, è fondamentale. La protegge, la rassicura, la va a trovare. Altrimenti sarebbe sola. “Insieme chiacchieriamo, facciamo le presine all’uncinetto, ci sfidiamo a scala quaranta. E ridiamo. A volte basta così poco per entrare in intimità e risultare indispensabili a qualcuno. Io forse ho cambiato la sua vita, lei sicuramente ha cambiato la mia”, dice con piglio la ragazza, 41 anni, scrittrice e traduttrice free lance. La storia di questa loro amicizia è degna di un libro. Comincia in agosto.“Sui Navigli, di vista, la conoscevamo tutti. Faceva avanti e indietro – curva, lenta, con la sacca sulla spalla, vestita uguale ogni giorno dell’anno: cappello di lana in testa e gonna lunga, sempre la stessa”, racconta. Tra loro la presentazione è stata buffa. Maria si è subito aperta in un sorriso senza denti (“Piacere!”), Micol le ha stretto troppo forte la mano.“Da giovane si è presa cura di tutti: sua madre, suo padre, i suoi fratelli. Ma sul finale, quando gli altri sono mancati, si è ritrovata sola. A volte succede – sospira Micol -. Un sabato ha perso le chiavi di casa, io ero nei dintorni e l’ho vista, per la prima volta non in marcia ma seduta sul marciapiede. Mi sono fermata, le ho chiesto cosa succedeva. Abbiamo dovuto chiamare i vigili del fuoco e così, in modo del tutto casuale, ho scoperto le condizioni insopportabili in cui viveva”. Da lì si è avvicinata: “Nonostante l’età è sana come un pesce, “solo un po’ fragile e sorda”, la abbraccia. Non avendo più la nonna, si è affezionata tanto. L’altra si aggrappa a lei come fosse una figlia o una nipote. “Adesso che le autorità sanitarie raccomandano a chi è anziano di stare rintanato in casa, bisogna mettersi in ascolto e capire se ci sono persone, magari nel nostro palazzo o quartiere, bisognose di vicinanza, di compagnia. Persone invisibili agli occhi di chi non vuole vedere”, raccomanda. Su sua segnalazione, i servizi sociali del Comune hanno trovato a Maria letto in una casa di riposo. “Non per questo ha meno bisogno. Le visite sono contingentate per il coronavirus, ma posso comunque andare a trovarla”. Apriamo occhi e orecchie. “Quando ci troveremo in difficoltà noi, verremo salvati, se avremo fortuna, da chi dimostrerà cura e umanità nei nostri confronti. Ricordiamoci che un giorno saremo tutti Maria”.