8 MARZO. ORE 23, CORONAVIRUS FACCIAMO IL PUNTO
8 marzo 2020.Giornata più nera che grigia sul fronte coronavirus in Italia. Forse solo momentaneamente, i dati non vengono aggiornati in contemporanea in tutti i paesi del mondo, ma siamo riusciti a superare il Sud Corea per quanto riguarda i contagiati (7500 contro 7100). La cosa era comunque nell’aria. Da qualche giorno il nostro tasso di crescita era superiore a quello degli asiatici: superiore a un +20% al giorno che significa un raddopio dei casi ogni 3/4 giorni mentre per Seul il tasso si manteneva tra il 15 e il 20%.Ma cosa sta succedendo in Italia? Qualche piccola luce e tantissime ombre che hanno portato ad un provvedimento draconiano di cui non sappiamo quanto saremo in grado farlo rispettare.Le luci si riferiscono alle vecchie zone rosse. Terminati i casi a Vo’, ma non nella provincia di Padova e anche altre province venete oggi si sono mosse più che negli ultimi giorni. Relativamente contenuti quelli nel lodigiano, almeno quel tanto da far retrocedere la provincia di Lodi al secondo posto nella graduatoria nazionale.Ma è proprio qui che sta il dramma. La provincia di Bergamo, da oggi prima in graduatoria, ha dato vita ad una vera e propria esplosione raggiungendo i mille casi complessivi, quasi raddoppiati in soli tre giorni: il 5 marzo era a quota 537, oggi a 997. Trend analoghi a Cremona e Brescia. Più che raddoppiati nel medesimo periodo a Milano che però era decollata più tardi (da 197 a 408). Poco più sotto Pavia.Nel complesso una bomba virale metropolitana. Ha già contagiato l’altra sponda del Po (Piacenza e Parma accennano solo ad una timida frenata, ma anche Reggio e Modena paiono risentirne). Ma gli esperti ritengono che effetti analoghi stiano per manifestarsi nel Piemonte Orientale (oltre ad Asti e ad Alessandria tre nuove province classificate come zone rosse, a scopo precauzionale con Torino finora graziata, ma border line).Sotto osservazione l’Emilia Romagna tutta. Per una Rimini che pare accenni a placarsi, altre province in rosso che danno segnali di fumo a giorni alterni, ieri Modena oggi Reggio. Subito fuori una Bologna sotto osservazione, finora penalizzata da un focolaio in un centro sociale nell’imolese,ma che domani potrebbe spiccare il volo a causa di molteplici contaminazioni avvenute a livello ospedaliero.Ma tanti, troppi, sono gli incrementi anche moderati registrati negli ultimi giorni, che potrebbero dare vita in un prossimo futuro a reazioni a catena. Un esempio in atto è Pesaro, ma se il cattivo esempio dovesse essere imitato da aree metropolitane come Roma e Napoli i guai crescerebbero a dismisura. Forti dubbi sulla capacità di tenuta dell’intero sanitario nazionale incompono sulle previsioni future.
