DOMANI IL PARLAMENTO DECIDERA’ SULL’AUTORIZZAZIONE ALLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO

Non è una guerra convenzionale, quella in atto contro l’epidemia da Covid-19, ma certo sta richiedendo un dispiego di forze ed energie straordinarie da parte dell’esecutivo. E non solo in ambito sanitario, laddove gli sforzi maggiori sono stati convogliati, tramite interventi severi volti ad arginare l’impatto causato dall’emergenza, ma anche in quello economico. L’economia, per ovvie ragioni, è in affanno. I processi produttivi nelle aree più colpite dai contagi – che poi sono anche quelle più produttive del Paese – sono stati seriamente bloccati dalle misure eccezionali intraprese dal Governo con il varo degli ultimi decreti. Le ripercussioni si fanno già sentire dopo oltre un mese di austerity forzata; il blocco dell’attività umana, oltre ai prevedibili disagi che sta comportando, presenterà anche a breve un resoconto di danni e perdite non di poco conto. Scrive il Mef nel sito istituzionale: “Gli interventi di politica economica che sono in fase di definizione saranno dunque vigorosi ma commisurati alle esigenze e limitati nel tempo. Come già ribadito nella Relazione inviata al Parlamento, nel richiedere un’autorizzazione a incrementare l’indebitamento netto della pubblica amministrazione nel 2020, il Governo si è impegnato a riprendere il sentiero di consolidamento del bilancio e di riduzione del rapporto debito/PIL non appena ciò sarà possibile alla luce dell’evoluzione dell’epidemia in italia e a livello internazionale. Infine, il governo si impegnerà anche affinché venga approntato in tempi rapidi un pacchetto di misure dell’Unione Europea in coordinamento con l’intera comunità internazionale”. Per fronteggiare le prime falle del sistema, il Governo ha stanziato 7,5 miliardi, destinati al sostegno di famiglie e imprese che si stanno misurando con le conseguenze dell’assalto del virus. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha rivolto le prime attenzioni ai rischi per il mondo del lavoro. “Nessuno deve perdere il lavoro a causa del coronavirus” – ha dichiarato. Ma è anche convinzione dei rappresentanti di Confindustria che sia necessario intervenire con misure forti e decise, che occorra un piano shock, e non si limiti all’emergenza del momento, ma sia proiettato nel futuro attraverso un nuovo assetto infrastrutturale, tale da irrobustire la spina dorsale del sistema economico del Paese. Come se si affrontassero le conseguenze vere e proprie di un conflitto che ha lasciato dietro di sé sofferenza e devastazione. Ha dichiarato al riguardo Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: “Si dovrebbe affrontare l’emergenza come si fece nel dopoguerra, anche oggi, come allora, serve un piano straordinario che svolga un ruolo di compenso sul crollo della domanda privata. Ma è necessario agire in sinergia con l’Europa, e non basteranno i decimali in termini di sforamento del deficit.” Il Governo ha richiesto a Bruxelles circa 4 miliardi di ‘tolleranza’ sull’innalzamento del rapporto deficit/Pil, per questioni di carattere eccezionale, peraltro già previsto dalle norme dell’Unione concernenti il deficit, nel caso di eventi straordinari. L’Ue ha infatti risposto alle richieste dell’esecutivo che le spese sostenute sono escluse dal calcolo del disavanzo strutturale. L’emergenza del resto ha assunto caratteristiche globali, riguarda tutta l’Unione europea, e gran parte dei Paesi nel resto del mondo. Gualtieri ha informato con una lettera la Commissione Europea circa la decisione di proporre in Parlamento una Relazione ai sensi della legge n. 243 del 2012 per l’autorizzazione allo scostamento dal deficit programmatico autorizzato con la Nadef 2019 (Nota di aggiornamento al Def 2019). Bruxelles ha espresso parole di apprezzamento per gli sforzi dispensati dal Governo e per il popolo italiano. Negli ultimi giorni, il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, e il Commissario agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, hanno rassicurato il Governo, così si sono espressi in merito: “Le spese una tantum affrontate per il contenimento dell’epidemia, sono escluse per definizione dal calcolo del bilancio strutturale, e non saranno prese in considerazione allorché si valuterà l’adeguatezza dello sforzo di bilancio previsto, secondo le attuali regole”. I 7 miliardi e mezzo previsti dall’esecutivo per il sostegno a imprese e famiglie, saranno disponibili a breve e rappresentano risorse significative, secondo il ministro Gualtieri, per le esigenze immediate dell’emergenza. Il nuovo decreto che disciplinerà gli interventi, non sarà sufficiente. “Per questo – precisa il ministro – il Governo sta mettendo al vaglio misure efficaci per favorire lo sblocco degli investimenti e il sostegno alla crescita”. Lo scostamento dall’indebitamento previsto dal decreto sarà, come già accennato, di oltre 7 miliardi di euro, quale saldo netto da finanziare. Mentre in termini tecnici sarebbero 6,35 miliardi d’indebitamento. Tale procedura richiede un preciso iter parlamentare, dato che in materia di scostamento del deficit, per gli obiettivi di finanza pubblica, è necessario passare in Parlamento per l’approvazione. Il ministro dell’Economia sottolinea che si tratta di un momento di vera e propria emergenza per il Paese, e che il Governo è consapevole della responsabilità che sta assumendo con le misure volte ad affrontare gli eventi. Il Presidente del Consiglio Conte, gli fa eco sostenendo che i provvedimenti sono stati ben ponderati e non si tratta di un ‘salto nel buio’. Le Camere, dopo il dovuto esame decideranno, mercoledì 11 marzo, sull’autorizzazione a procedere riguardo allo scostamento di bilancio. L’attività parlamentare, per ragioni di prevenzione dei contagi, lavorerà con ritmi ridotti, e solo di mercoledì per ragioni indifferibili e urgenti. Intanto i 7,5 miliardi di sforamento non basteranno, ne occorre uno più ampio per sostenere tutti i settori dell’economia colpiti dall’emergenza. L’esecutivo chiederà dunque l’autorizzazione per un più ampio scostamento. Sull’approvazione da parte delle Camere non ci dovrebbero essere ostacoli, nemmeno dall’opposizione, è in gioco la ripresa del Paese, e soprattutto gli interventi mirano ad evitare danni permanenti all’economia. In uno degli ultimi comunicati diffusi dal Mef, si legge: “Le decisioni prese dal Governo negli ultimi giorni rientrano in una logica coerente, incentrata sul contenimento dell’epidemia COVID-19 e delle sue ricadute sulla salute degli italiani, sul sistema sanitario nazionale e sull’economia. Il Governo è convinto che, con un’azione vigorosa e tempestiva di contenimento e prevenzione e aumentando la conoscenza del fenomeno da parte dei cittadini, sia possibile abbassare il numero di contagi e ridurre la durata della fase più acuta dell’epidemia. Ciò è fondamentale non solo da un punto di vista sanitario ma anche da un punto di vista economico. Una flessione temporanea di attività in alcuni settori è infatti preferibile ad una crisi prolungata che rischierebbe di allargarsi a tutti i settori dell’economia attraverso effetti di domanda e offerta”.