QUANDO L’INNO D’ITALIA COMMUOVE MA DONA ANCHE FORZA E CORAGGIO
Poco fa dagli altoparlanti del Comune di Zagarolo si sono diffusi i suoni dell’Inno di Mameli. Che vi devo dire, mi sono commosso. Ero in cima a un ulivo a potare, sotto il sole. E le note all’inizio si sono mischiate, con l’adagio, al rumore delle foglie, come se fossero gli alberi a prendere una intonazione sommessa, un bosco che pian piano mormorava. Invece era il Piave. Poi il crescendo e io, che credo non avere mai cantato l’Inno in vita mia dopo gli anni delle scuole elementari (meglio la marcia dell’Aida no? o il Nabucco…) mi sono sorpreso nel pensiero di far parte di questo insieme, di questa nostra terra, di questo noi polemico ma unito, borbottone ma che incurva la schiena, litigioso ma….italiano. E ho fatto un volo di fantasia istantaneo che univa le fronde dei miei ulivi alla bellezza dei palazzi, delle piazze, delle chiese. Per dirmi che tutto questo siamo noi. Forza e coraggio amici, siamo noi
