BUONGIORNO UN CORNO, MARTEDI’ 17, LA CASA DI CARTA …
Ci credereste che sono stati multati dei senzatetto perché non rispettavano il divieto di uscire di casa? Ebbene è successo, accade in Italia. Si tratta di quei casi in cui ti chiedi cosa ci sia di diverso tra il tuo cervello e quello di alcuni uomini e donne che lavorano tra le forze dell’ordine. Vorrei dire che lo scrivo senza polemica perché nella maggior parte dei casi poliziotti, carabinieri ed esercito stanno svolgendo un grande lavoro, cosa verissima d’altronde, ma l’ipocrisia è un elemento estraneo a questa rubrica e quindi davanti alle assurdità e alle ingiustizie palesi che compie chiunque non possiamo tacere. Le multe sono state fatte soprattutto a Modena, Verona, Milano, Siena, ma questo sconcio è avvenuto in tutta Italia, anche se in misura minore al centro e al sud. Violazione dell’articolo 650 del codice penale è il reato contestato: “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro”. Io vorrei stare davvero nel cervello di chi ha redatto i verbali in cui ai clochard, i senzatetto, i “barboni” come vengono chiamati nel linguaggio politicamente scorretto e reale di tutti i giorni, veniva contestato di non starsene a casa. L’associazione Avvocato di strada ha rivolto un appello al premier Giuseppe Conte e ai presidenti di Regione e ai Sindaci affinché intervengano per porre un rimedio a questo paradosso sia per bloccare le multe che per trovare una sistemazione a chi non ha alcun mezzo per trovare rifugio dalla fame, dal clima e dal virus. Perché esiste anche l’articolo 32. della Costituzione italiana per cui: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Sembra piuttosto evidente, a tutti ma non a quei solerti appartenenti alle forze dell’ordine che senza senso del ridicolo e della vergogna ritengono di applicare la legge multando i clochard, che chi dorme per strada ha perso tutto, una casa non ce l’ha, non può trovare rifugio se non in qualche struttura delle associazioni attive nell’assistenza ai disagiati. Ed è la prima vittima delle possibili conseguenze del coronavirus proprio perché non può trovare riparo dalla strada e dal contatto con gli altri. L’appello firmato dal presidente di Avvocato di strada Antonio Mumolo e da oltre sessanta legali che fanno parte dell’associazione, prima di ricordare al premier che in Italia ci sono circa 50 mila persone che vivono in strada ribadisce: “Io vorrei restare a casa… ma se una casa non ce l’ho? Bisogna occuparsi, e in fretta, di chi non ha un tetto sulla testa ed è costretto a vagare per le città. Diciamo da più di 20 anni che chi vive in strada ha bisogno di una casa e di una residenza per potersi curare ma oggi, ai tempi del coronavirus, queste necessità assumono una drammatica urgenza”. L’associazione ribadisce poi il diritto alla salute di tutti e ricorda anche che i senzatetto sono esclusi dalle cure mediche proprio perché senza residenza. Per questo sollecitano i Sindaci a prolungare l’apertura delle strutture utilizzate per ricoverare d’inverno le persone senza dimora e a velocizzare le procedure per iscrivere queste persone nelle liste anagrafiche, in modo da poterle anche monitorare dal punto di vista sanitario. Purtroppo al momento non posso fare altro che aderire e sostenere moralmente questa iniziativa dell’associazione che tutela i più deboli, dovrebbero farlo anche le forze politiche più sensibili alle tematiche sociali, ma non posso comunque evitare di aggiungere alcune considerazioni a questa aberrazione giuridica. Tutti gli appartenenti a lavori che richiedono una catena di comando quando compiono atti moralmente non accettabili si rifugiano dietro l’affermazione “ubbidivo agli ordini”. Qui però ancora non siamo sotto la legge marziale per cui se non ubbidisci agli ordini ti fucilano. C’è quindi la possibilità di non rispettarli gli ordini, quando violano oltre che il buon senso la morale dell’umana pietà, cristiana, ebraica, musulmana, buddista o laica che sia, ma la pietà umana maledizione, quell’istinto per cui quando qualcuno soffre lo si aiuta e non gli si spara in testa per finirlo. Allora la pietà umana vorrebbe che i solerti appartenenti alle forze dell’ordine che hanno multato i senzatetto e poi la sera sono tornati a casa sotto il loro tetto, dove hanno trovato ad accoglierli oltre ai familiari un bagno con dell’acqua calda e del sapone e una bottiglia di amuchina per disinfettarsi e un pasto composto da primo secondo e contorno, si chiedessero se quello che fanno risponde alla legge non scritta della solidarietà tra gli esseri umani. Perché chi non se lo chiede soprattutto in questi giorni rischia di perdere il rispetto dell’intera comunità e farlo perdere ad altri che devono far rispettare l’articolo 650 del codice penale per ragioni molto più serie come evitare le fughe dalle zone colpite dal contagio. E non ce lo possiamo proprio permettere in questo momento.
