LO STRANO EFFETTO DEL CORONAVIRUS SU ALITALIA E SULLO STATO
C’è un virus strano in circolazione, un virus che non perdona, sta uccidendo molte cose, persone, ma anche attività, aziende, lavoro ed economia, sta letteralmente facendo tabula rasa di tutto quanto al suo passaggio, peggio delle scorribande di Attila, detto il flagello di Dio, colui che dove passa non cresce più nemmeno l’erba, ed i suoi Unni, eppure, incredibilmente, sta rivitalizzando qualcosa che era ormai moribonda da molto, troppo tempo. Parlo di Alitalia, una compagnia che oltre alla bandiera ha portato con sé varie catastrofi economiche per la nostra nazione che tutti, o quasi conosciamo. A partire da quando si stabilì che i costi eccessivi fossero dovuti ad una cattiva gestione dello Stato non vi è stata fine, dalla decisione di Prodi di volerne collocarne il 37% in borsa nel 1996, a Silvio Berlusconi, che affidandosi ad un “fallimento controllato” permise ai famosi “capitani coraggiosi”, la cordata messa in fila da Intesa San Paolo, nelle mani del banchiere Corrado Passera, e guidata da Roberto Colaninno con nomi illustri come Benetton, Riva, Ligresti, Marcegaglia e Caltagirone, di approfittarne per acquisirla a prezzi stracciati lasciando i debiti ai risparmiatori italiani, la discesa economica non ha mai avuto fine, dimostrando forse che non era un problema di incapacità dello Stato ma di onestà almeno intellettuale dei suoi manager, chiunque essi fossero. Quindi, dopo una “bella” pulizia di bilancio ed 8.000 dipendenti in meno nel 2013 altra crisi, questa volta sono le Poste ad intervenire, ma anche senza Colaninno, che si ritira, l’anno dopo tocca ad Etihad e poi Renzi che salito al governo suggerisce persino di “allacciare le cinture” perché si decolla davvero. Niente da fare, nemmeno il bomba ottiene nulla e si va in amministrazione straordinaria. Lufthansa, Delta, EasyJet, alcuni cinesi, tutti potenziali interessati alla compagnia, ma servono altri soldi, 900 milioni più interessi, Ferrovie dello Stato, Poste ed il Tesoro stesso per l’ennesima ripartenza, l’ultima… ma sempre nulla e mentre nessuno ormai ci crede più arriva il virus e con lui il deserto dove passa. Si chiudono le frontiere, si ferma il piccolo commercio, si vietano gli spostamenti, tutto si ferma e le compagnie aeree scappano dall’Italia, tutte, persino Ryanair che ormai spadroneggia un po’ ovunque da noi non vola più nella nostra nazione, così si accorpano i voli e si chiudono aeroporti ed in mezzo al nulla una sola compagnia resiste: Alitalia. Già, quella costosissima ed inutile Alitalia che da 24 anni si cerca di cedere a qualcun altro, che lo Stato non sa gestire, che i privati nemmeno e che nessuno vuole se non per approfittarne ed abusarne e sempre a discapito di dipendenti e contribuenti italiani è l’unica compagnia a volare per garantire la continuità del territorio italiano, per rimpatriare cittadini bloccati all’estero per permettere approvvigionamenti, per… tutto quello che serve a combattere il virus, in mezzo a tanta fragilità solo Alitalia ha gli anticorpi. Anticorpi che avevano molti, sono gli anticorpi dello Stato, quegli stessi anticorpi che permettono alla sanità pubblica di essere comunque in prima linea, al trasporto pubblico di continuare a lavorare alle imprese pubbliche di essere ancora attive quando tutti sono costretti a chiudere, ovvero la proprietà statale. Ecco che il virus che tutti e tutto uccide, invece rivitalizza Alitalia e ricorda agli italiani quanto sia importante l’apparato pubblico anche se costa sacrifici, quando serve una mano serve uno Stato forte e capace, servono manager pagati il giusto ed per obiettivi strategici, non solo economici, serve ripensare il servizio pubblico in modo corretto, riprendere in mano Alitalia, ENAV, sanità, i privati potranno continuare a fare il loro mestiere, ma nessuno si dovrà mai più sostituire allo Stato, l’unico che ha gli anticorpi giusti per sopravvivere a qualsiasi calamità, pena l’estinzione.
