CORONAVIRUS E LE BARE SOLITARIE

A teatro odio i sipari. Da sempre. Da ragazza non riuscivo a spiegarmelo. Adesso, pur senza studi di psicologia alle spalle, ma con infarinatura di Vita, mai abbastanza e mai esaustiva, posso capire il perché. Il sipario chiude. Il sipario è un No secco, perentorio a quella che è la legge dello spettacolo: “The show must go on”‘ Ecco perché, io che odio i No, che odio persino gli Addii, non amo i sipari. Neppure quando si chiudono su una vita. E mi aiuta quella fede tutta mia che mi fa credere in un ” oltre”, un ” altrove” dove tutto non è finito,ma,complice la fisica, è solo trasformato. Ho amato mia nonna. Matriarca dolcissima. Tenace nell’amore, capace di tenere unita una famiglia quando pezzi ribelli ne minavano le fondamenta. Fulcro di un mondo che attorno a un braciere, col profumo di limone a spandersi nell’ aria fredda dell’inverno, ostinato sopravviveva a tutto: ai debiti, ai pignoramenti, agli ufficiali giudiziari, agli strozzini legalizzati che avevano esercitato il latrocinio. Mia nonna a spegnersi serena nel lettino della sua camera, con il grande onore di avere intorno in quel momento del consapevole addio, figli e nipoti. Tutti. Tutti a tributarle amore e il riconoscimento della sua grandezza di madre e di donna. È andata via con un sorriso. Così come era vissuta, anche quando il pianto velava il suo sguardo. Pianto che mai era giunto alle labbra. Perché lei che aveva vissuto la guerra conosceva il valore di ogni conquista e del pane che amorevole baciava ogni volta prima di mettere in tavola. Oggi dobbiamo scandire il nostro tempo. Prima del Coronavirus, Nel Coronavirus, Dopo il Coronavirus. Il “Prima” e il “Nel” generano molta rabbia e un senso di impotente frustrazione e fanno riflettere. Quanti anziani abbiamo visto rovistare fra le rimanenze dei mercatini rionali, fra i bidoni?Ricordate? Erano quelli delle pensioni da fame…o quelli che la pensione neppure la percepivano. Quanti rientravano nel novero dei ” non richiedenti cure” perché impossibilitati ad accostarsi alle diagnosi a pagamento? Quanti morivano in silenzio e nell’oblio, perché lo Stato Azienda, lo Stato Impresa, doveva fare quadrare i conti? Tanti. Nel disinteresse e nell’inganno dei cosiddetti ” effetti collaterali” del Taglio sempre, comunque, a tutti i costi. Il mantra ” ce lo chiede…” fino a farlo diventare” ce lo chiede la Costituzione” violentata per fare dire”pareggio di bilancio” ” Nel” tempo del Coronavirus ” la strage silenziosa”. Muoiono per lo più anziani e per la stragrande maggioranza dei casi con patologie pregresse. Una notizia che dopo le prime sconvolgenti reazioni è divenuta quasi un mantra rassicurante . Inserita lì…fra un bollettino medico e uno di guerra. Diviene quasi un ritornello di pseudo normalità. Muoiono ” gli inservibili”. Il virus fa un favore alla Terra, per l’incremento demografico, un favore all’Inps che non dovrà erogare pensioni, un favore al SSN che non dovrà preoccuparsi di reperire posti letto. Eppure…Eppure…All’improvviso, come uno schiaffo sferzante ci siamo svegliati. Improvvisamente abbiamo ricordato che il” Chi siamo ” lo dobbiamo al sacrificio di coloro che oggi muoiono soli…senza il conforto di un sorriso, di una stretta di mano, di un ” Vai…grazie di tutto ciò che hai rappresentato per me”. Gli anziani, i vecchi di oggi sono i giovani di ieri che respirarono la Storia, la fecero loro e conquistarono progresso e diritti. Sono il nostro patrimonio che svendere è umiliante, mortificante e pericoloso per un paese civile. Muore dietro un vetro, solo!Muore per una scelta di ” medicina di guerra” , solo!Nessun funerale, nessun loculo. I racconti della peste insegnano. Cenere. Solo cenere. Forse adesso è giusto per via del contagio. Che in cenere non vada, però, almeno, il ricordo, il rimpianto e il rimorso per non avere saputo tutelare le debolezze e le fragilità. Rimarrà un marchio indelebile sul volto dei vivi, nel Domani che verrà. Assieme alle lacrime , unico dono dell’Oggi a chi avrebbe voluto ancora cullare nipoti, raccontato storie di vita, sperato in un addormentarsi sereno, in un addio accompagnato. Da quelle silenziose bare solitarie deve rinascere una nuova vita in cui mai più un Virus dovrà farci vergognare per non esserci fermati in tempo, per non aver compreso che la corsa veloce lascia indietro troppi di noi.Troppi…importanti, insostituibili…soli.