I PROVETTI SCIATORI DELLO STRETTO

I PROVETTI SCIATORI DELLO STRETTO

Succede nella mia città d’origine. Messina. Un’allegra comitiva di professionisti, con famiglie, parte per le montagne del Trentino. In piena emergenza, la settimana bianca è irrinunciabile per i provetti sciatori dello Stretto spinti dal motto “mica possiamo perdere i soldi della prenotazione”. Vanno, dunque, spensierati. Tra loro alcuni medici. Ho scritto ME-DI-CI.Terminate le evoluzioni, riposta la sciolina e gli scarponi, ritornano in pullman scendendo per la penisola. Magari cantando in coro “ciuri, ciuri di tutto l’anno, l’amuri ca mi dasti ti lu tornu”. Non è chiaro se all’approdo si siano autodenunciati come si dovrebbe. Forse alcuni sì, altri no.Fatto sta che uno di quei medici, campione di slalom, riprende il lavoro e sino a sei giorni fa, in piena quarantena nazionale, va a prestare la sua preziosa opera in un centro diagnostico a 35 km dal capoluogo. Non si sa come e perché si scopre che è risultato positivo al test del coronavirus.Il resto ve lo lascio immaginare: in quel Comune di 10 mila abitanti si scatena il panico. Che si diffonde, ovviamente, anche nel capoluogo.Io non so e non voglio sapere i nomi dei membri della comitiva, si dice una sessantina sebbene essi circolino con il passa parola. La caccia alle streghe è una cosa orribile e va fermata. Però, quando tutto sarà finito e nessuno si sarà fatto male, mi basterà sentire che quello o quei medici sono stati radiati dall’Ordine professionale e abbiano risposto, se del caso, alle loro responsabilità penali.