È UNA GUERRA SILENZIOSA. VA AFFRONTATA COME TALE

È UNA GUERRA SILENZIOSA. VA AFFRONTATA COME TALE

In un’immagine c’è tutto il dolore e la consapevolezza di quello che stiamo vivendo. Sono 11 furgoni militari, tutti in fila, e trasportano 70 caduti di questa guerra chiamata Coronavirus. È li davanti a noi, è un mesto e straziante corteo funebre. Le guerre mettono paura, ma hanno anche delle regole. Questa no, questa, ci sorprende e ci attanaglia infida e assassina. Porta via gran parte di una generazione che ha già vissuto un vero conflitto bellico, e ne sono usciti vivi. Questa no, questa attacca muta e penetra nell’organismo portando alla necrosi i polmoni. Ha l’effetto di una bomba atomica che non fa rumore. Il centro di Bergamo come teatro di guerra: la lunga colonna di mezzi militari ferma in via Borgo Palazzo, a poche centinaia di metri dal cimitero. Sono furgoni dell’esercito impiegati per trasportare le bare dal camposanto bergamasco verso i forni crematori di altre Regioni.Il motivo è ormai noto, la camera mortuaria di Bergamo non è più in grado, da giorni, di accogliere i feretri delle vittime del coronavirus. E lo stesso discorso vale per il forno crematorio (ce n’è uno solo in città, è attivo 24 ore su 24). Da quando l’epidemia di Covid-19 si è estesa sulla città, che resta la Wuhan italiana, i servizi cimiteriali e le agenzie funebri sono andati in tilt.Per sgravare la camera mortuaria del cimitero, senza più spazio disponibile, era stato necessario nei giorni scorsi mettere in fila le bare dei defunti nella chiesa di Ognissanti, all’interno del cimitero. Ieri, si è trovata questa soluzione, forse è l’impiego dei mezzi dell’esercito che fa comprendere la gravità della situazione. Forse in quella lunga fila ci sono immagini già viste di carri armati nella città di Tienanmen. Forse c’è quella strana sensazione di femare tutto, ed essere Davide contro Golia come quel ragazzo davanti al carro armato, ma invece stiamo in silenzio e omaggiamo questo corteo, perchè è un corteo di caduti. Vittime morte da sole, lontano dai propri affetti, come in una guerra vera, sotto una trincea a sperare che il cecchino non colpisca il tuo flebile cerino. Vanno lontano perchè non ci sono posti, vengono trasportate in altre regioni: a partire dall’Emilia Romagna. Sono arrivate nella notte nel cimitero modenese di San Cataldo 31 salme e oggi sono state trasferite all’impianto di cremazione. Il trasporto delle salme era a cura dell’Esercito. Il Comune di Modena ha dato la disponibilità all’utilizzo dell’impianto di cremazione in accordo con la Prefettura e le autorità sanitarie e come Modena altri comuni stanno dando il loro aiuto. Noi invece abbiamo un solo unico obiettivo. Fermarci, stare a casa, godere di queste ore regalate, e stare più vicino possibile ai nostri cari. È una guerra muta, non si sente il rumore delle bombe, e noi dobbiamo muoverci con strategia, ogni spostamento deve essere necessario, calcolato. Ogni contatto deve essere limitato. Lo dobbiamo a noi stessi. Lo dobbiamo ai nostri figli. Lo dobbiamo alla nostra storia. Le uscite senza senso da squilibrati nevrotici, o di “bambini viziati”, si possono evitare. Per non trovarci noi, tra poco, a piangere da lontano un nostro familiare trasportato da un furgone militare.