STARE A CASA, E’ ANCHE UN ATTO D’AMORE

STARE A CASA, E’ ANCHE UN ATTO D’AMORE

Lasciare un proprio caro in un posto anonimo, senza poterlo confortare della propria presenza in una situazione di grande sofferenza perché si soffre tanto, nei casi estremi senza poterlo abbracciare per l’ultima volta, senza poterlo più avere in quello che è stato il suo regno, il posto più sacro: la sua casa. E cosa vi resta? Una fredda cassetta con le sue ceneri. E’ qualcosa di orrendo, qualcosa che non ti fa dormire la notte pensandoci. Chi come me lo ha provato lo porta dentro come un pugnale che non va via, che resta nella ferita aperta. Meditate perché è proprio così che può andare a finire, per me, per voi, ma specialmente per tutti quanti stanno disattendendo indicazioni che possono evitare tutto questo e invece rischiano di portare in giro la sofferenza, la morte, pensateci. E cosa resterà di quella lunga colonna di mezzi militari, a Bergamo, pieni di bare? Tante fredde cassette da consegnare ai loro cari. Pensateci. E pensateci anche voi che vivete lontani dal vostro luogo d’origine, non partite per raggiungere i vostri cari potreste danneggiarli fino all’estremo limite. Restare a casa, evitare contagi non è solo un dovere civico è anche un atto d’amore verso le persone a voi più care, verso voi stessi, verso la comunità. State a casa.