ALLEN CRAIG E LA SUA FOTO “LEGGENDARIA”
A molti il suo nome potrebbe non dire nulla. Eppure Ninalee Craig (all’anagrafe Ninalee zJinx» Allen Craig, ndr.), morta a 90 anni il 3 maggio 2018 a Toronto — dopo una lunga malattia —, è stata la protagonista di una foto-icona del Novecento. La ragazza che sfila a occhi bassi in mezzo a quindici uomini davanti al Caffè Gilli a Firenze, il 22 agosto del 1951, è lei. Nel celebre scatto di Ruth Orkin, «An American Girl in Italy», aveva 23 anni: giovane pittrice, venne immortalata mentre si stringeva in uno scialle arancione. Aveva deciso di partire per l’Europa da sola, fatto abbastanza insolito per l’epoca. In un paese ancora devastato dalla guerra, Ninalee si fermò a Firenze, dove fece amicizia con un’altra ragazza americana, Ruth Orkin, allora 29enne fotografa freelance. L’amica scattò una serie di immagini che volevano essere un inno al divertimento, ma quando l’immagine divenne famosa — molti anni dopo — diventarono anche una critica allo sguardo «machista» con cui Ninalee era stata fissata, in strada.«Mi stavo godendo ogni minuto»Orkin sperava di poter vendere quell’immagine all’Herald Tribune. «Se fosse riuscita, avrebbe guadagnato 50 dollari, due settimane di albergo. Ma l’Herald Tribune non la prese e io di quella fotografia non ne ho saputo niente per anni. Certo non ci ho mai ricavato un centesimo», raccontò Craig. Per anni si è sentita chiedere — «soprattutto dalle donne» — se fosse stata infastidita da quegli sguardi. «Not at all — confessò —. Mi stavo divertendo. Stavo camminando attraverso un mare di uomini. Mi stavo godendo ogni minuto. Erano italiani, e io amo gli italiani», disse, rivendicando il diritto di passare indisturbata in mezzo a un gruppo di uomini con la sicurezza dei suoi 23 anni, un album da disegno sotto braccio e il famoso scialle («Era caldissimo, ma lo usavo per coprirmi quando dovevo entrare in una chiesa»). «Mi sentivo Beatrice. Studiavo la Divina Commedia ed era come se a ogni passo, ogni momento, Dante dovesse vedermi e dedicarmi una poesia. Ero la sua ispirazione. Ero Beatrice». E ancora: «Avevo una piccola borsa con me e pochi bagagli, dato che sarei rimasta sei mesi in Europa… Indossavo una sciarpa arancione comprata in Messico e nelle mani avevo del materiale per disegnare e dipingere», ricordò Craig.
