CORONAVIRUS, IN SARDEGNA MEDICI COL ‘BAVAGLIO’ AL POSTO DELLA MASCHERINA
Anche la Sardegna sta facendo i conti col nemico invisibile.Anzi per dirla tutta, sta vivendo giornate di vero terrore. ‘Abbiamo paura che sia una nuova Codogno’, questo è il sentiment di molti sardi che già prefigurano l’isola come la Lombardia. Senza peraltro essere attrezzati come la Lombardia. A Sassari un intero reparto dell’ospedale Santissima Annunziata è isolato:26 persone, tra infermieri, medici e pazienti, sono chiuse nel reparto di cardiologia dell’Aou di Sassari da sabato mattina. Il quadro dei contagi si è aggravato, denuncia il sindacato delle professioni infermieristiche, e l’intero reparto è stato blindato dall’esterno. Tutto ha avuto inizio il 29 febbraio scorso,in seguito al ricovero di un 81enne, poi deceduto, che presentava tutti i sintomi assimilabili al covid-19, di cui si è avuta conferma però solo dopo la morte del paziente. L’intero reparto successivamente, è risultato poi positivo al test. Blindare l’intero reparto è stata la conseguenza logicaanche se drammatica, vista l’esiguità dei posti letto per far fronte alle patologie cardiologiche. I numeri dei contagiati sono in continuo aumento, 339 i positivi al test dall’inizio dell’emergenza, 2500 i test eseguiti. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 83, di cui 16 in terapia intensiva, mentre 244 sono le persone in isolamento domiciliare. Sette sono i decessi. Numeri che spaventano. Che hanno indotto la Regione a chiudere l’isola sospendendo del tutto i collegamenti ed i trasporti ordinari delle persone da e per la Sardegna. Medici allo stremo. Senza gli strumenti e le protezioni adeguateper scongiurare ogni possibilità di contagio e, come se non fosse più che abbastanza, anche impossibilitati a denunciare le precarie condizioni in cui operano. Dopo giorni di lamentele e di incessanti richiesteagli amministratori regionali,si sono visti recapitare, al posto delle mascherine, un vero e proprio bavaglio. Ovvero il divieto, tramite una direttiva emanata d’imperio dall’assessore alla sanità, di rilasciare qualunque attività comunicativa senza previa autorizzazione della Regione. A denunciare‘l’inaccettabile direttiva emanata con metodi dittatoriali che vuole imporre il silenzio con minacce di sanzioni e quant’altro’,l’Ordine dei medici e il sindacato di categoria. La mancanza di dispositivi anti-contagio(‘abbiamo delle mascherine che sembrano un panno swiffer per la polvere’), ha denunciatoieri, un medico ogliastrino, dal suo profilo Fb,chiedendo ai suoi contatti di divulgare il messaggio.‘Siamo allo stremo delle forze e tutto tace. Abbiamo inoltre il “bavaglio” che l’assessore ci ha imposto come ai tempi della censura fascista e non possiamo, come medici diffondere notizie riguardo la nostra miserabile condizione che siamo costretti a patire. Con questo messaggio, consapevole che potrei essere licenziato da un giorno all’altro per diffusione di notizie come questa, vi prego tutti di aiutarci in ogni modo che pensiate possa essere utile. E non mi riferisco al solo fatto di stare a casa. Mi riferisco a diffondere questa notizia, che diventi più virale del nostro peggiore nemico perché qui stiamo morendo (300 casi, la metà sono colleghi medici e personale paramedico). Mi rivolgo agli avvocati ai professionisti, ai giornalisti, a tutti coloro che possano darci e darvi una mano per il bene e la vita di tutti. Spero che la censura non blocchi questo messaggio. Se perderò il lavoro me ne farò una ragione, consapevole che le mie dichiarazioni non sono false ma documentate ma forse a questo punto meglio perdere il lavoro che migliaia di ulteriori vite umane. Aiutatemi, aiutateci, aiutiamoci’. Si forniscano gli strumenti di cui necessitano.Concreti e psicologici. Senza di loro, gli‘eroi in camice bianco’,come li ha definiti il presidente del Consiglio,rischiamo davvero di trasformare l’isola in un’altra Lombardia.
