IL MAGO MERLINO DICE CHE L’UNICO ANTIDOTO ALLA TRISTEZZA E’ IMPARARE. PROVIAMO A FARLO
Il mago Merlino dice che l’unico antidoto alla tristezza è “imparare”.Proviamo a farlo. qualcuno si è già messo sui libri. *****Corsa a studiare. «In un tempo storico in cui le competenze vengono spesso svilite e lo scrupoloso è guardato con sospetto, l’emergenza coronavirus ha fatto il miracolo. In queste settimane abbiamo triplicato le vendite online di testi medici, in particolare quelli su tecniche di rianimazione e ventilazione polmonare, sul decorso delle malattie infettive e sulle crisi psicologiche da isolamento, tanto che abbiamo dovuto organizzare servizi di consegna ad hoc». A parlare è Raffaello Cortina, titolare delle tre storiche librerie – la più famosa di fronte alla Statale – e della omonima casa editrice milanese. «Come testi medici siamo tra i più forniti in Europa, da Milano stiamo spedendo ogni giorno centinaia di volumi scientifici». Li chiedono medici e infermieri spostati urgentemente dai reparti più diversi alle terapie intensive, i volontari delle ambulanze, i neolaureati catapultati in corsia. «Li considero persone responsabili, professionisti che evidentemente studiano per arrivare preparati per un compito importante», dice Cortina, che cerca di applicare sconti e facilitazioni, come può. Sono anche i cittadini semplici che ordinano volumi medici di studio: «C’è voglia di capire cosa sono esattamente le pandemie e che significato ha la parola guarigione in riferimento al virus, quali strascichi restano e con quali terapie vengono curati i pazienti. Sono informazioni che non circolano, molti le cercano nei libri. L’antidoto alla paura è la conoscenza».Quando finirà tutto questo i ragazzi avranno più voglia di stare in classe o di andare fisicamente in libreria e noi butteremo nel cassetto il telecomando di Netflix e ci fionderemo al cinema come non abbiamo fatto negli ultimi decenni, dice ancora l’imprenditore. Le sue sono vetrine storiche: il padre di Raffaello, Aldo, pittore che abitava in un palazzo popolare di via della Spiga, a fine anni ’40 si metteva in via Mangiagalli con un carretto pieno di libri usati di medicina e li vendeva come ambulante. Fondò la prima libreria davanti alla Statale (che all’epoca era l’Ospedale maggiore) e diventò il più importante libraio scientifico d’Italia. Oggi, oltre al grande negozio di via Festa del Perdono, ci sono quelli di via Pascoli e della Bicocca e la casa editrice avviata nel 1981. «Chissà cosa direbbe papà, vedendoci lavorare notte e giorno in questa situazione difficile». I tempi sono bui, ci sono una ventina di dipendenti il cui lavoro è da preservare a ogni costo e le vendite online non cancellano né lo sconforto per le immani tragedie che il virus si porta dietro, né le perdite economiche per la chiusura protratta delle librerie. Considerare anche il bicchiere mezzo pieno però in qualche modo aiuta: «Gli ospedali chiamano, l’Italia seria studia e prontamente risponde».
