SCATTANO LE DENUNCE PENALI PER I TRASGRESSORI AI DECRETI, POSITIVI AL COVID
Dal 27 al 31 marzo, nota del Viminale, sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria ben 257 persone per il reato di ” epidemia colposa” Trattasi di persone, la cui collocazione geografica è sparsa per la Penisola che, risultate positive al test del Covid 19 e poste in quarantena obbligatoria, hanno scientemente eluso l’obbligo e sono state trovate chi a fare la spesa, chi a passeggiare, chi a portare a spasso il cane. Detto comportamento gravissimo in un momento quale quello che stiamo vivendo, configura la previsione e,la conseguente ascrizione ,di una serie di reati: dal falso per la dichiarazione mendace nell’autocertificazione ove è espressamente prevista la voce” dichiara di non essere positivo al Coronavirus”, al reato più grave di ” epidemia” Il Dpcm del 9 Marzo 2020 disponeva “nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull’intero territorio nazionale”. In esso e per la prima volta veniva codificato, stante l’emergenza in atto, il divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. A causa delle continue violazioni da parte della gente, restia a menomare la propria libertà personale sia pure dinanzi a una condizione di forza maggiore e di urgenza nazionale, al fine di arginare il dilagare dei contagi, il Presidente del Consiglio ha dovuto, suo malgrado, predisporre altre e più stringenti misure. Così, con decretazione successiva è stata disposta su tutto il territorio nazionale, l’impossibilità per le persone , salvo motivate,conclamate e autorizzate ragioni,di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in comune diverso da quello in cui si trovano. Non sfugge ai più che dette restrizioni non sono un capriccio istituzionale, ma la necessaria misura, corroborata da studi e valutazioni scientifiche, per combattere la diffusione del virus. Il collasso del sistema sanitario nazionale avrebbe conseguenze devastanti per la nazione in quanto non si sarebbe in grado di opporre adeguata resistenza al numero di persone risultate positive al virus necessitanti di cure ospedaliere. Eppure queste considerazioni non sono bastate se è vero, come di fatto è vero, che migliaia sono state le persone immotivatamente trovate a circolare, e, addirittura 257 ” fra quelle, positive al Coronavirus” In quest’ultimo caso il comportamento ha certamente riverberi di natura penale oltre che di riprovazione etica. Tecnicamente in un caso del genere le norme del nostro ordinamento, astrattamente applicabili potrebbero essere l’art. 452 del codice penale in relazione all’art. 438 c.p. ove è disposto che Chiunque per colpa (l’evento si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline) cagiona una epidemia mediante la diffusione di germi patogeni, è punito con la reclusione da 3 a 12 anni . ” Tali norme hanno la finalità di estendere l’area di penalmente rilevante, reprimendo quelle condotte poste in essere con colpa che siano pregiudizievoli per la salute pubblica.” ( cfr. iusinitinere). Salvo ovviamente che a causa di quella violazione, accertatone il nesso di causalità, non sia derivata la morte di una o più persone. In quel caso l’ipotesi di reato potrebbe addirittura trasformarsi in omicidio colposo o concorso nello stesso reato. Sarà la giurisprudenza, fra qualche anno a dare le risposte alle condotte odierne. Al di là del riconoscimento o meno di responsabilità penali, tuttavia, trattasi di comportamenti in spregio ai sacrifici che una intera nazione sta affrontando anche per i trasgressori , sacrifici che molto spesso lasciano sull’altare della patria, immolati, molti, moltissimi esseri umani.
