LOCKDOWN E TRACOLLO NEL MERCATO DELL’AUTO, A MARZO FORTE CALO DELLE IMMATRICOLAZIONI

LOCKDOWN E TRACOLLO NEL MERCATO DELL’AUTO, A MARZO FORTE CALO DELLE IMMATRICOLAZIONI

Giustificato allarme nel settore dell’automotive, causato da un arresto pressoché totale delle vendite in Italia, ma non solo, dato che l’emergenza riguarda l’intero pianeta, e le ripercussioni dovute al blocco dell’attività produttiva interessano soprattutto le economie di mercato più evolute. Secondo gli esperti occorrerebbe la rottamazione per battere la forte crisi generata dal lockdown nel mercato dell’auto, si tratta di una crisi senza precedenti, non era mai accaduto da un secolo a questa parte un simile vertiginoso calo di immatricolazioni. I numeri sono impietosi e non hanno ovviamente nulla a che vedere con i risultati di un anno fa. Secondo l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti autoveicoli esteri), non si tratta di semplice contrazione nelle vendite, una simile congiuntura per il settore non ha correlazioni con altri periodi di flessione precedenti: è il deserto totale. Del resto, con la catastrofe sanitaria causata dal Covid-19 ormai ovunque nel mondo, e le conseguenti misure di lockdown imposte dai governi, era prevedibile che la gente non avesse stimoli né serenità per pianificare acquisti di questo tipo. Tuttavia il resoconto di questa immobilità crea ulteriori emergenze, perché il settore, per ovvie ragioni, non può sopravvivere in un regime di blocco portato a questi livelli. Il calo registrato a marzo – secondo l’Unrae – è pari all’85% (con 28.350 unità in meno), in linea tendenziale rispetto al 2019 nello stesso periodo. In termini di numeri le perdite sono davvero allarmanti, e le vendite online non sono in grado di aprire un varco in questo muro di chiusura che vincola il mercato e lo sospende all’esigenza di prevenzione in ambito sanitario. L’Ecommerce in questo particolare frangente può sostenere altri settori dell’economia, non quello dell’auto, che ha una sua rete ben definita e capillare e le vendite avvengono soprattutto tramite concessionaria, caratteristica peculiare dell’automotive. Sono proprio questi punti vendita a fare lampeggiare la spia rossa del blocco nelle vendite, e sulla base di questi dati, che rilevano la forte contrazione nel mercato, è necessario intervenire con il dovuto supporto ai rivenditori, fino a quando la situazione non riprenderà gradualmente i ritmi normali. Attraverso il ‘Book delle Statistiche 2019’, redatto dal Centro Studi e Statistiche Unrae, si analizzano i fenomeni che hanno interessato il settore e relativo mercato lo scorso anno, dal quale emerge che l’incremento delle vendite è stato piuttosto lieve: solo lo 0,3% di crescita. Un mercato pertanto già nell’anticamera della crisi, che ora deve gestire le sferzate causate dalle misure imposte dall’emergenza sanitaria in atto. Il calo nel 2019 ha riguardato  i veicoli industriali, con una flessione nelle vendite apri a -7,8%,  quello dei rimorchi e semirimorchi, con un calo di -7,1%, e in misura minore il mercato degli autobus, con -5%. A questi scenari già poco incoraggianti, si aggiungerà nell’anno in corso la crisi micidiale che ha fatto esplodere il Covid-19, rivelatosi estremamente pericoloso per la facilità dei contagi e della tendenza alla rapida diffusione, con il suo terribile seguito di vittime, nonostante il rigore degli interventi volti a contrastarne gli effetti. E’ evidente che la flessione nelle vendite, per quel che riguarda il mercato dell’auto,  era stata già messa in conto, allorché il Governo ha deciso d’intervenire con il lockdown quale misura estrema per frenare la diffusione del virus, ma le perdite non si pensava fossero così drammatiche con la chiusura delle Concessionarie. Come si è accennato, si partiva dai presupposti di un mercato già in affanno: la Motorizzazione, nel primo trimestre 2020, ha infatti immatricolato meno di 350 mila autoveicoli, con una contrazione, rispetto allo stesso periodo del 2019, corrispondente a -35,50%, quando erano stati immatricolate 540 mila autovetture. Sono numeri che segnano una red line con un passato caratterizzato certo da momenti di crisi, come quella affrontata nel 2008 per diversi anni, nei quali tanti lavoratori del settore persero il lavoro, ma ora il fenomeno è da incubo. L’attuale situazione prospetta  il tracollo, come mai si era visto da oltre un secolo. La sensazione è che si stia andando a ritroso nel tempo, che l’economia stia precipitando in un girone infernale che riporta agli anni più bui della storia. Intanto le vendite in Francia, sempre a causa dell’emergenza, sfiorano un abisso peggiore di quello che già si era messo in conto: si tratta di un crollo pari al 72%, e le previsioni sulle perdite, in termini di vendite, tra marzo e aprile, si pensa che interessino 350 mila pezzi, ossia, su base annua, il 60%. Questi sono i frammenti del clima micidiale causato da questo microrganismo invisibile e insidioso, ma in grado di mettere in ginocchio davvero l’Umanità quanto a costi umani, e le sue risorse in termini economici. L’Unrai, in seguito all’analisi dei dati ufficiali, chiede al Governo un immediato e significativo intervento nel settore. L’allarme viene da diversi fronti, in primis da Fca, che a marzo ha immatricolato meno di 5 mila auto, con una contrazione nelle vendite pari a oltre il 90%. Il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno è piuttosto eloquente: marzo 2019 ha registrato più di 48 mila immatricolazioni. Occorre un intervento deciso e urgente, e lo afferma forte e chiaro Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, federazione dei Concessionari, il quale sottolinea l’incidenza sul Pil del settore, e l’importanza in termini di occupazione, oltre che la rilevanza sul piano fiscale per l’erario. Secondo De Stefani sono da apprezzare gli interventi relativi agli ammortizzatori sociali, ma non sono un argine sufficiente per contrastare la forte crisi che sta interessando il volume delle vendite, causato anche dal parziale blocco dell’attività nel settore. “Si tratta di un tracollo senza precedenti” – afferma il presidente di Federauto. Si chiedono misure forti di supporto, l’abolizione delle sanzioni CO2 per l’anno in corso, il trattamento fiscale sull’auto applicato in Gran Bretagna, Spagna e Germania, oltre che gli incentivi alla rottamazione e all’acquisto di autovetture nuove, e altri criteri d’intervento urgenti nel settore. “Se il Governo ignorerà queste istanze – afferma Federauto – le conseguenze sul mercato rischiano di essere davvero catastrofiche”. L’Unrae (Associazione dei costruttori stranieri), afferma che l’emergenza Covid-19 rischia fortemente di mettere in ginocchio il sistema, il settore automobilistico è tra quelli che riporta perdite insostenibili, poiché già si sta reggendo su costi fissi molto elevati e marginalità minima. I suoi esperti, prospettando la chiusura totale fino a tutto il prossimo mese, stimano che le conseguenze si traducano in un calo pari al 32%, ossia, in termini di unità vendute, intorno ad 1,3 milioni nell’anno in corso. C’è bisogno di sperare che questa emergenza, non solo per il settore auto, ma per tutta l’economia seriamente colpita, possa cessare quanto prima, che si verifichino le condizioni per una ripresa dei normali ritmi di vita e di lavoro, affinché la ripartenza, dopo questa durissima prova che sta mettendo in ginocchio l’intero pianeta, possa riprendere il corso.