IL MALE OSCURO: LA DISINFORMAZIONE

IL MALE OSCURO: LA DISINFORMAZIONE

Perché scrivo?Perché da 4 anni tengo un blog che mi riduce il tempo libero, mi fa venire il sangue marcio e mi porta a studiare quando potrei correre nei parchi (quando si poteva), giocare ai videogiochi o rilassarmi?Perché ritengo che gran parte del giornalismo italiano non intenda parlare dei fatti a priori dell’indirizzo politico, ma preferisca “assecondare” i lettori, adattando titoli e notizie per “attirare il lettore”.Un atteggiamento pericoloso, perché fomenta la disinformazione dell’opinione pubblica e, di conseguenza, la malagestione della cosa pubblica da parte degli eletti.Potrei citare tanti esempi passati e presenti, madornali e grossolani, ma preferisco attenermi alla cronaca di oggi proponendo un esempio classico dei due tipi contrapposti di giornalismo.Una grande testata italiana, il giornale A, titolava oggi: Dombrovskis: “Eurobond, siamo pronti ad ogni opzione”, sottotitolo “L’intervista al vicepresidente esecutivo della Commissione: “Già attivato il Sure, ora affrontiamo in modo pragmatico il tema Mes. Le condizioni sono necessarie ma non tipo Grecia”.Postilla: l’intervista non era un’esclusiva del giornale A, ma una conferenza stampa.Il messaggio che viene comunicato è il seguente: Dombrovskis, il falco della Commissione è sulla linea italiana di Conte e Gentiloni. Controllo, vado sulla Reuters e la notizia è… diversa: “EU open to all options to finance coronavirus fight: Dombrovskis”“Aperta ad ogni opzione”, magari parla degli Eurobond/Coronabond, ma:“It is logical to use the European Stability Mechanism (ESM) bailout fund as a next line of defence because it is already capitalised, but a pragmatic compromise is needed to activate it […] some form of conditionality is legally necessary, but we are not talking about a classic macroeconomic conditionality.”Il messaggio: il punto di partenza è il MES, magari a condizioni favorevoli e speciali che non siano quelle classiche (ritorna l’esempio della Grecia), ma, allo stesso tempo, non sono i Coronabond.Interpretazione del testo confermata da Michael Hager, capo dello staff di Dombrovskis che, nella stessa agenzia della Reuters spiegava che: “insistere su eurobonds o coronabonds, comunque li vogliate chiamare, non porterà ad un accordo rapido”.Stessa notizia, riportata dalla Reuters in una maniera che esclude i Coronabonds e dal giornale A come che la UE era aperta ad ogni opzione su di essi.Stesso giornale A, mattina del 3 aprile: “Mascherine: il virus circola anche nell’aria – L’OMS si prepara a cambiare le linee guida”.Mi fermo, e vado a cercare conferma. Non bisogna cercare troppo perché la notizia è troppo clamorosa e su una altro quotidiano, solo online che chiameremo B, leggo:“Un gruppo di ricercatori in Cina, per esempio, ha rivelato la presenza del materiale genetico (RNA) del coronavirus in diversi ambienti, compresi alcuni supermercati. […]. Le tracce genetiche trovate non erano però sufficienti per stabilire se il virus fosse ancora attivo, e quindi in grado di avviare l’infezione in un’altra persona. Fuori dall’organismo, infatti, le particelle virali (virioni) degradano con il passare del tempo, perdendo la capsula protettiva che racchiude l’RNA”.Ancora: “Una ricerca condotta a Singapore non ha invece portato alla rilevazione del coronavirus nei campioni di aria raccolti in stanze di isolamento, dedicate ai pazienti con COVID-19 in una struttura sanitaria. I ricercatori hanno spiegato di avere trovato solo alcune tracce in prossimità di una presa di ventilazione, ma non si può escludere che fosse stata contaminata direttamente da un paziente attraverso colpi di tosse o starnuti, data la sua posizione”E ancora: “Uno studio simile è stato condotto anche nel Nebraska (Stati Uniti) e ha portao al ritrovamento di RNA virale in due stanze di isolamento su tre analizzate in una sezione di un ospedale, per i pazienti in gravi condizioni a causa della COVID-19, e in un’altra struttura per la quarantena. I ricercatori hanno quindi provato a mettere i campioni a contatto con colture cellulari in laboratorio, rilevando che il coronavirus aveva perso la capacità di infettarle”E ancora: “Sempre negli Stati Uniti, altri ricercatori hanno dimostrato che il coronavirus può rimanere attivo nell’aria fino ad almeno 3 ore. Questa condizione è stata però ottenuta in un ambiente controllato di laboratorio, in circostanze che sarebbero molto difficili da riprodurre nella normalità”.Un messaggio molto diverso che porta a “per ora l’OMS ha mantenuto un approccio molto cauto sugli aerosol, indicando che le uniche occorrenze note del fenomeno possono verificarsi in ambiente ospedaliero, per esempio quando si procede con l’intubazione o l’estubazione di un paziente”.La notizia, alla sera, è ancora sul giornale A, l’unica novità è che stato aggiunto, nella formazione della pagina un sotto-articolo di Rep-TV: “Brusaferro (ISS): No evidenze che virus circoli nell’aria”. Da escludere al di fuori di ambienti chiusi”.E per chiusi si intende proprio chiusi, non con una porta come i supermercati etc.