BORIS CHE SOGNAVA L’IMPERO E FU PIEGATO DA UN VIRUS
Ci fu un tempo in cui noi anglofili persi guardavamo all’Inghilterra come la nostra patria ideale. Terra delle libertà. Culla della democrazia. Faro dei Parlamenti. Sano pragmatismo e governo stabile. Shakespeare, Riccardo II e Boris.“Questo superbo trono di re, quest’isola scettrata, pietra preziosa incastonata nell’argenteo mare, quest’aiuola beata, questa terra, questo reame d’ Inghilterra“,è l’elegia che Shakespeare nel “Riccardo II” mette in bocca al morente John di Gaunt. Al quale anche , sfortunato, tocca constatare che purtroppo ai suoi tempi come ai nostri questo “novello Eden” somiglia piuttosto, per dirla sempre col Bardo, a “un qualsiasi podere, o fattoria dissestata”. Per carità, non che Boris Johnson abbia almeno la grandezza tragica del giovane e dissoluto re Riccardo, destinato peraltro a brutta fine. Mal che gli vada, Boris perderà soltanto le prossime elezioni … CONTINUA SU REMOCONTRO:
