COSE ANTICHE, SEMPRE PRESENTI
Stavo pensando ai sette vizi, o peccati, capitali. Quei sette ammonimenti terrorizzanti dell’infanzia catechistica di molti di noi. Che fine hanno fatto, oggi? Rianalizzandoli, mi sembra di poter dire che la maggior parte di loro, ai nostri tempi, si può definire più un’innocente evasione o piccola deviazione dalla retta via che un vero e proprio peccato. Capitale, poi. Uno solo dei sette è, credo, ancora oggi veramente pericoloso, e grave. Ma vediamo in dettaglio di che si tratta. Riapriamo il libro del catechismo alla pagina dei Peccati Capitali. Ed ecco la Superbia. La superbia? Ma davvero? Non è possibile. La superbia oggi fa sorridere, fa quasi tenerezza. Nonostante ci sia stato un Tarquinio il Superbo tra i sette Re di Roma (questo sette ritorna sempre) oggi se qualcuno fa il superbo, che esso sia una star di Hollywood, o il vicino di casa, scatta immediato un sonoro “ma chi te credi da esse?”, e la cresta si abbassa come per incanto. No, eliminata la Superbia. Viene quindi l’Accidia. Questa parola antica, desueta, che però suona bene. Io da piccola, al catechismo, quando la sentivo pensavo fosse una verdura, tipo la cicoria o l’indivia. Ma allora non si usava domandare, si ascoltava, si prendeva tutto per buono e basta. E così solo nel tempo a venire, poi, appresi che l’accidia è la pigrizia, l’inerzia. Il dolce far niente, mentale e fisico. Ma Accidia suona meglio, è più importante e misterioso. Certo però non è un vizio capitale. A parte che oggi c’è ben poco tempo per la pigrizia (forse in questo periodo di quarantena un po’ di più), ma quella piccola indolenza che ci fa meditare sul mondo e sulle cose è più una virtù che un peccato. Quindi l’accidia, per me, è assolta. Dopo di lei c’è la Lussuria. Che parolone. Ma quale Lussuria se tutto oggi è all’ordine del giorno, mostrato a tutti, in tv, su internet, sui giornali, per strada, ogni istante e ovunque? La lussuria presupporrebbe intrigo, mistero, divieto, osare, segreti. Qui di segreto non c’è più nulla (addirittura leggo che un sito porno più noto al mondo ha offerto aiuto digitale all’INPS dopo il crollo della piattaforma delle pensioni. Quasi dei missionari). E così anche la lussuria ce la siamo giocata. Poi ci sarebbe l’Ira. Ovvero quelle belle arrabbiature una tantum di una volta, quello sbattere i pugni sul tavolo, quell’abbaiare parolacce al prossimo quando proprio non se ne poteva più. Embè? Anche lì chi ti ascolta? Prima succedeva ogni tanto, la scenata XY tra moglie e marito, tra capufficio e segretaria, tra tizio e caio restava nella storia, nel lessico famigliare. Si tramandava di padre in fgilio come l’anello di nonna. Adesso è tutto un abbaiare. Non fa più effetto. L’ira è routine. Via, passiamo oltre. E arriva la Gola. Se fosse davvero ancora un peccato capitale come ai tempi della Bibbia ci sarebbe una strage di cuochi soprattutto in tv. Da Masterchef alla Prova del cuoco, tutti quei peccatori finirebbero dritti all’inferno. Ma perché? E’ così bello mangiare bene, e soprattutto insieme Per cui la Gola oggi meriterebbe un Premio. Passiamo allora all’Avarizia. L’avarizia una volta, era davvero una brutta cosa, che suscitava esecrazione ma ispirava anche l’arte e la letteratura, pensiamo all’Avaro di Moliere, allo Schylock di Shakespeare, allo Scrooge di Dickens. Ma oggi? la povera avarizia, peccato capitale? Ma no. L’avarizia oggi, di questi tempi magrissimi e di tirate di cinghia è sinonimo di risparmio, di sudore della fronte, di oculatezza e testa sulle spalle. Per cui non resta che il più peccaminoso dei sette vizi capitali e cioè sua maestà l’Invidia. Ecco, l’Invidia, la verde, inqualificabile Invidia, la tossica bile che intacca la sanità mentale di chi teme la felicità degli altri, la loro gioia, i loro successi, la loro sana indifferenza verso chi genera odio immotivato e acido, ecco l’Invidia resta l’unico Vizio capitale degno di questo nome. E’ in fondo alla scala dei sentimenti, nell’imo abisso delle male bolge dello spirito. Però un antidoto c’è. Oltre al classico “aglio fravaglio fattura ca nun quaglio”, si può praticare la danza del peperoncino, e soprattutto una bella risata olimpica e travolgente.(PS: ma è mai possibile, in ogni caso che tutti questi vizi capitali hanno un nome femminile? Però c’è anche da dire che anche le tre virtù teologali, fede speranza e carità, e le quattro virtù cardinali, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, sono “donne”. En plein
