30 ANNI FA MORIVA ENZO TORTORA

Sono passati appena trent’anni dalla morte di Enzo Tortora, conduttore televisivo, autore e giornalista, uno tra i personaggi più amati dal pubblico italiano per la sua eleganza, educazione e competenza lavorativa. Manca il suo sorriso, manca la sua buona creanza con cui affrontò il periodo più brutto della sua vita, momento in cui fu accusato di far parte della Nuova Camorra Organizzata e di essere un corriere della droga. Era la notte del 17 giugno del 1983, notte in cui il giornalista fu prelevato dall’hotel dove alloggiava per essere trasferirlo nel carcere di Regina Coeli, mentre i fotografi e i cameraman lo aspettavano fuori per riprenderlo con le manette ai polsi. Le accuse furono fatte da due pentiti appartenenti all’organizzazione Giovanni Pandico e Pasquale Barra, successivamente si aggiungeranno altri 17 testimoni che confermeranno le imputazioni arricchiti con particolari coloriti. Lo stesso giorno vengono eseguiti altri 855 ordini di cattura emessi dalla Procura di Napoli. Ad ‘incastrare’ Tortora, in questo strano groviglio camorristico, è il ritrovamento di una agendina con il suo nome, per poi scoprire che era Tortona e non Tortora, e dei presunti centrini di seta, ovvero partite di droga, inviati dal carcere dallo stesso Pandico nella redazione di “Portobello” mai arrivati. Enzo Tortora passerà sette lungi mesi in carcere e altri ai domiciliari nella sua casa in via Piatti, guardando il Duomo di Milano dalla sua finestra. Nel frattempo il giornalista viene eletto europarlamentare nelle file dei Radicali durante il primo processo, diventa anche presidente del partito per poi dimettersi successivamente. “La potenza del dolore e dell’ingiustizia hanno provocato un solo effetto: la sua morte”. L’uomo è stato prelevato dalla sua vita senza aprire una commissione d’inchiesta e senza che nessuno pagasse per quell’errore.” Dure parole di Silvia Tortora, la figlia maggiore di Enzo. Il 17 settembre 1985 il presentatore è condannato a 10 anni di reclusione per associazione a delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti, tra l’incredulità sbigottita del suo pubblico, per poi essere assolto con formula piena da altri giudici napoletani il 15 settembre 1986.In seguito fu approvata la legge Vassalli sulla responsabilità dei magistrati, una legge che non prevedeva la retroattività. Né Tortora né i suoi eredi riceveranno un risarcimento per danni morali e materiali. “Dunque, dove eravamo rimasti?”. Con questa frase il presentatore apre la prima puntata di “Portobello” del 20 febbraio 1987, programma di 28 milioni di telespettatori, record mai battuto. Un anno dopo, il 18 maggio 1988, Tortora muore all’età di 59 anni per un tumore ai polmoni. “ Mi hanno fatto esplodere una bomba atomica dentro”. Con questa affermazione si conclude l’era di Enzo Tortora in TV.