Dalla sala da pranzo- redazione osservo il mio Torrazzo. Lassù, alle sei del pomeriggio di venerdì, la musicista Lena Yokoyama ha suonato il violino e le note si sono diffuse per le strade, sono entrate nelle case. Archivio un’altra notte tra pensieri e riposo. Alle dieci e trenta del mattino, le campane del mio Torrazzo suonano a morto. L’invisibile bastardo si è portato via anche don Alberto Franzini, il parroco della Cattedrale, il mio, amato, parroco. Ed anche la mia amata Minnie è triste. La domenica non si perdeva una messa, quella delle 11 in Cattedrale. , mi aggiornava al rientro. Il 20 marzo scorso, rincasando dall’apertura dell’ospedale da campo dei Samaritani americani, avevo visto un’ambulanza davanti all’oratorio, in via Sicardo. Lì abitava don Franzini. Quanti ricordi, in quell’oratorio. Ogni sabato pomeriggio ci andavo con Adelina per l’adunanza. Eravamo alle medie, mentre alle elementari, il catechismo si faceva nell’altro oratorio, in via Ceresole, dietro le absidi del Duomo, via stretta e lievemente in discesa, ma da bimba mi sembrava una gran discesa. Mi torna in mente un pomeriggio, quando nel teatro dell’oratorio, in via Sicardo, ci fu una recita: Vangelo di San Luca, i discepoli di Emmaus. La Minnie era seduta tra il pubblico, mamme e papà emozionati. Io emozionatissima. Mi tremavano le gambe. E pensare che sul palco dovevo dire due, tre, quattro, poche battute. Adelina ed io in scena eravamo i discepoli di Emmaus. Lei accanto a me: fu bravissima, come sempre. Quanti ricordi. Ogni lunedì non vedevo l’ora che arrivasse il sabato pomeriggio per attraversare, con l’Ade, piazza del Duomo (più corretto piazza del Comune) ed entrare in oratorio: maschi e femmine, finalmente si giocava insieme. Mentre da bimbe, alla messa delle 9 in Cattedrale, femmine a sinistra, maschi a destra. Sento ancora i profumi delle stanze dei due oratori. Impossibile descriverli. Mi chiama l’Ade da Milano: . E ricordiamo la recita in oratorio. Torno al presente. A metà giornata, l’appuntamento con il bollettino di guerra. La Minnie accende la tv: si sintonizza sulla conferenza stampa a Roma. Io sento in sottofondo le parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità. Parla di . Con la Minnie si intavola una discussione sui diversi significati della parola pietas. Lei torna nei panni della prof e per avere conferma di quel che mi dice, rispolvera il Calonghi, dizionario di latino-italiano. Era il suo vocabolario al liceo classico. E, difatti, le pagine sono ingiallite. Dalla sala da pranzo-redazione orecchio Locatelli. . Do un occhio al nostro bollettino. In provincia di Cremona piangiamo, purtroppo, ancora 31 persone sconfitte dall’invisibile bastardo. Tra loro c’è anche il mio amato parroco, don Franzini. Ho bisogno di prendere una boccata d’aria. Vado sul piccolo balcone che dà su San Marcellino. Ora che c’è silenzio, il cinguettio degli uccellini si sente di più. Oggi, è tutto un tra due passerotti. . Poi ho immaginato la loro chiacchierata, meglio cinguettata ... Guardo il cielo. Aspetto le rondini. Scusate il disturbo.