L’ ITALIA HA 30 GIORNI PER SALVARSI, NON PERDA TEMPO CON SALVINI E FONTANA
Ci è ignota l’Italia che verrà. Molti pensieri attraversano la mente di cittadini qualunque, che abbiano o no paura delfuturo, di cittadini che svolgonoattività imprenditorialiocommercialia rischio, dilavoratori dipendentiche non sanno se troveranno la loro fabbrica. Mentre le troupe televisive vanno a caccia nelle città di quel che resta della movida, milioni di ragazzi sono chiusi in casa a chattare, astudiare, a parlarsi in attesa che vengano tempi migliori. È unabella generazione. Su di loro possiamo contare. È difficile dire se possiamo contare su una parte dellaclasse dirigente.Sicuramente non possiamo contare su una parte della classe dirigenteconfindustrialeche vuole lariaperturasenza porsi il problema di quel che può accadere. È fallita laclasse dirigente lombarda.Milanonon trascina più l’Italia, è diventata la sua palla al piede. LaLegaè riuscita nel miracolo di unasecessione di fattoche ha danneggiato il Nord. La pressione per riaprire viene da più parti. Viene dall’economia, viene dalle piccole famiglie con bambini che non reggono più laclausura(problema serissimo), viene da attività produttive che vorrebbero aprire ma temono di essere ignorate nella loro specificità. Se ci fosse una classe dirigente, per esempio, di fronte agli appelli ben firmati peraprire le libreriesi dovrebbe accorgere che la filiera di piccole e piccolissime librerie non sarebbe in grado di garantire ildistanziamento socialee quindi non tutelerebbero proprietari, lavoratori, clienti. Nessuno ci bada e si mette sullo stesso piano la grande e media distribuzione con la rete fittissima di nuovi piccoli librari, spesso essi stessi editori, che hanno creatoluoghi in cui si conversa, si passano le ore leggendo i libri, tutte cose che inpieno coronavirusnon si possono fare. Se riaperte con un atto di imperio, queste attività muoiono. Saremo al paradosso che mentre inegozi di alimentarisi sono giovati delle code ai supermercati, le librerie grandi finiranno per mangiare quelle piccole. Migliaia di posti di lavoro salteranno. Non è possibile pensare a questa realtà immaginando misure che le aiutino ad attuare il distanziamento sociale o a rinviare l’apertura con lo Stato che paga al piccolo libraio l’affitto spesso esoso? Faccio questo esempio perché l’Italia è Paese pieno di realtà diverse, chi governa dovrebbe fare quello che i vecchi della vecchia sinistra chiamavano “l’analisi differenziata”, cioè quell’esercizio che portava a scoprirerealtà socialiche nessuno vedeva. Accadde nelle campagne con le “figure miste”, un po’ braccianti un po’ coltivatori, che furono all’origine di nuove moderne battaglie agricole. Noi siamo un Paese pieno di figure miste. Le regole non le può decidere il capo di Confindustria della Lombardia che non sa un cazzo del Paese in cui vive e che ha spinto leaziende a restare aperteanche quando l’evidenza spingeva per chiudere tenendo sotto scacco la squallida classe politica lombarda. SeGiuseppe Conteproclama l’allungamento del blocco fa bene. Lapremier neozelandese Jacinda Ardernha chiuso il suo Paese per 15 giorni buttando la chiave. Stanno risolvendo. Qui un giorno ci felicitiamo per i numeri che migliorano, il giorno dopo cadiamo nello sconforto. Soprattutto inspiegabili restano i numeri lombardo-milanesi. Se aRomacrescono di 20 i contagi si sa che tutto nasce da una aggregazione di extracomunitari, ormai malati, barricati in un ex albergo. Il resto della città ha numeri strabilianti con quartieri che non hanno mai avuto un solo contagio. Perché i numeri lombardi non sono così clamorosi e spiegabili? Conte chiuda ma sia severo selettivamente. Queste classi dirigenti regionali vanno sostenute quando attuano iprogrammi di combattimentocontro il coronavirus, sennò si chieda aiprefettie alsuper commissariodi controllare passo dopo passo quel che accade. Non possiamo perdere tempo con i giochetti diMatteo Salvini,Attilio Fontanae qualche altro scappato di casa.Il Paese ha altri 30 giorni per salvarsie per salvarsi con la Lombardia. Che lo voglia o no la Lombardia.
