PURTROPPO È TUTTA UN’ALTRA STORIA

PURTROPPO È TUTTA UN’ALTRA STORIA

Trovo stamattina nella cassetta della posta una copia di “BoxOffice”, datata 15-30 marzo. In copertina spicca una bella foto di Piera Detassis, attuale presidente e direttore artistico dei premi David di Donatello, in passato direttore di “Ciak”, direttore e presidente della Festa di Roma, più altre cose ancora di un certo pregio. Leggo il titolone-strillo: “Rilanciamo il cinema italiano”. Mi suona strano, data la situazione di chiusura totale, non dirò “lockdown”, connessa a quel maledetto virus.Vado a pagina 10, la prima delle otto riservate, tra testo e fotografie, a Detassis. La quale dice cose anche ragionevoli, non banali, naturalmente all’insegna di un certo comprensibile trionfalismo, sul rinnovamento della giuria dei David, sullo sguardo alle “quote” femminili, sulle attività permanenti, sulla serata del 3 aprile (poi saltata), sul rapporto con Raiuno, sullo stato di salute del cinema italiano, sulla solidità di alcune opere prime, eccetera.Spunta anche una nota personale, laddove, a proposito della lunga esperienza alla Festa di Roma, si legge: “Dopo alcune mattane politiche, sono tornata come presidente nel 2014, un bell’inizio ma anche con qualche stop di troppo, e a un certo punto ho capito che la mia presenza nel nuovo progetto rischiava di diventare, se non ingombrante, certo poco incisiva”. Traduzione: non c’era una grande sintonia di intenti tra lei, presidente e già direttore, e Antonio Monda, neodirettore.Tutto bene, tutto interessante, tutto ben illustrato. Però poi mi accorgo che un breve distico tra due filetti rossi, in testa al pezzone, recita: “Segnaliamo che l’intervista è stata realizzata prima dell’emergenza Coronavirus in Italia”. Morale: non si faceva in tempo a rifare il giornale o a cambiare la copertina, beccatevi la pappardella, anzi la “cover story”, e scusateci. Scusati. Basta sapere – aggiungo io – che adesso purtroppo è tutta un’altra storia.