ARABIA SAUDITA: SONO 150 CONTAGIATI TRA PRINCIPI E DIGNITARI

Quasi 150 principi o dignitari contagiati, tra questi il governatore di Riad, Faisal. Il re Salman si è rinchiuso nel suo palazzo di Gedda sul Mar Rosso mentre il figlio Mohammed si trova in una zona remota, nelle residenze accanto altri pezzi importanti del regno. L’Arabia Saudita – come racconta il New York Times – è toccata duramente dal virus. Non è chiaro da quale porta sia entrato, però è facile intuirlo. Uomini d’affari, rappresentati ufficiali, personalità viaggiano molto, in Asia come in Europa, dunque si sono esposti come altri. Il primo episodio – sostengono le fonti locali – avrebbe coinvolto un cittadino rientrato dall’Iran, uno dei grandi focolai. Le autorità hanno pertanto adottato provvedimenti severi, proibendo i pellegrinaggi e chiudendo gran parte delle attività. Hanno iniziato con la provincia orientale popolata dalla minoranza sciita per poi allargarsi al resto del territorio. I bollettini segnalano 47 morti e 2795 ammalati. Bilancio ufficiale, quanto mai incompleto Grrave è la situazione delle migliaia di lavoratori stranieri, migranti giunti da povere regioni asiatiche e mediorientali. Una presenza importante, quasi un terzo su 33 milioni di abitanti. Non possono lasciare il paese ed hanno accesso limitato al sistema sanitario: solo di recente il sovrano ha disposto l’assistenza a chiunque. Ben diverso il trattamento per i VIP. L’Ospedale King Faisal ha ricevuto l’ordine di prepararsi a ricevere pazienti speciali – definiti casi urgenti – e per questo deve sgombrare quelli cronici. Servono almeno 500 letti. Alle valutazioni del quotidiano possiamo aggiungere che la crisi rischia di incidere in modo profondo non solo sotto il profilo sanitario. Primo. Il principe Mohammed ha grandi progetti, piani ambiziosi di sviluppo che richiedono però anche investimenti stranieri. Il futuro è incerto per tutti. Petrolio basso, richieste di aiuti, necessità di risollevarsi sono esigenze comuni che sottraggono risorse. Secondo. Il cataclisma innescato dalla pandemia potrebbe innescare proteste sociali nell’intero quadrante, con altre conseguenze pesanti all’interno e fuori. Terzo. Riad ha appena proclamato una tregua nel vicino Yemen, guerra feroce con migliaia di vittime e dalla quale i sauditi dovranno trovare il modo di uscire. Forse proprio l’emergenza è la scala per scendere dall’albero, il pretesto buono per dire basta ad un conflitto non risolutivo. Qualche osservatore sottolinea che se l’Arabia voleva eliminare la minaccia degli Houti, visti come il lungo braccio dell’Iran, ha ottenuto l’effetto contrario.(mio contributo per La Rassegna stampa/Corsera digitale)