IL VIRUS? ALLA GRIGLIA!
Non è che abbiamo smesso di essere italiani solo perché è arrivato il virus, no? Quindi viviamo il blocco dei runner e lo stop alle grigliate di Pasquetta come un intollerabile attacco ai diritti, cioè a quelli che i nostri genitori chiamavano desideri. Dimenticando che anche in tempi “normali” mortifichiamo un sacco di diritti simili. Per esempio, ci compriamo il macchinine ma poi rispettiamo i limiti di velocità. Non attraversiamo dove ci torna comodo ma sulle strisce. Non ascoltiamo del buon rock and roll alle tre del mattino. Una società, peraltro, si definisce proprio attraverso ciò a cui gli individui rinunciano (o limitano) in nome di un interesse multiplo, collettivo. Soprattutto quando multipla e collettiva è la sofferenza. Intanto, nel mugugno dei soliti noiosi, il Parlamento evapora, il Paese è governato per decreto, ogni Regione fa il cappero che vuole, commissari e comitati si moltiplicano come i contagiati, prima delle mascherine sono arrivati i furti sulle mascherine. E lì altro che diritti, son tutti rovesci.
