LUIS SEPULVEDA, CHE BELLO SAREBBE STATO SENTIRTI ANCORA PARLARE
Le sue parole bastano e avanzano, lo so. Però mi scuserà il grande scrittore se le accompagnero’ con un modesto mio pensiero. Un pensiero che vorrebbe collegare quelle parole al presente. Non credo ,infatti, ci sia bisogno di evocare per forza un nemico da abbattere, ci sia bisogno dello spargimento di sangue, di una pandemia, per affermare la necessità eterna della passione, del sogno. É una necessità che può nascere ogni giorno ,come un fiore bellissimo ,e non per forza sofferto, faticoso, sul nostro terreno quotidiano. Che ci aiuta a vivere meglio. Ecco, se allora penso al confronto nella nostra politica di oggi, mi viene da rimpiangere quel tanto di ideologia che oggi non c’è più. In questo grande equivoco , in questa gran confusione del postideologico, dove tutto é uguale e contrario a tutto. E dove tutto é così poco…caro, gentile, appassionato Luis, ci ricordi che la morte resta inaccettabile, checché ne dicano i preti. Perché la morte porta via con sé tutta l’opera, il pensiero, e il sorriso, della persona che va via con lei. E il vuoto é più grosso quando si tratta di un maestro di vita come eri tu. Che bello, invece, sarebbe stato sentirti ancora parlare, leggere un’altra delle tue favole per adulti, incontrare il tuo sguardo intelligente….
